Il mondo della finanza trema e fa muro L'inchiesta rischia di portare alla luce risvolti rimasti finora oscuri di importanti operazioni
Il gruppo di Cesare Geronzi è diventato di fatto il crocevia di grandi operazioni finanziarie, prendendo un po' il posto che fu di Mediobanca all'epoca di Cuccia quando tutte le decisioni su banche e imprese, acquisizioni, cessioni e scalate, si decidevano a Via Filodrammatici. Ora la magistratura aprendo fascicoli, dossier e faldoni del gruppo romano potrebbe scoperchiare una sorta di vaso di Pandora e far venire alla luce i risvolti rimasti finora nell'ombra delle grandi operazioni finanziarie di cui Capitalia sta facendo la regia. È vero come si dice nel mondo bancario che nessun istituto di credito e gruppo imprenditoriale legato a qualsiasi titolo a Capitalia non ha temere giacchè l'ispezione di Bankitalia è appena terminata e non ha evidenziato nessuna anomalia, ma è anche vero che dietro questa facciata di ostentata sicurezza emerge una certa preoccupazione. Capitalia è in prima fila in numerose importanti operazioni finanziarie. A cominciare dal risanamento della Fiat. Il gruppo romano ha una quota del prestito convertendo da 3 miliardi di euro che condivide con altre banche. Capitalia potrebbe poi partecipare all'aumento di capitale della Lazio per tirar fuori la società calcistica dal pericolo del fallimento. Il consiglio d'amministrazione della società calcistica ha proposto all'assemblea una ricapitalizzazione da 120 milioni di euro. Capitalia in quanto azionista della Lazio avrebbe un ruolo nel risanamento della società. L'attenzione al mondo calcistico si estende anche alla Roma. Capitalia ha concesso alla squadra una fideiussione di 30 milioni di euro per rendere possibile l'iscrizione al campionato. La regia di Capitalia compare anche nella controversa vicenda di Parmalat come advisor della dismissione di Parmatour, una delle tappe del risanamento della società di Calisto Tanzi. La lista non finisce qui. Il gruppo romano fa parte del consorzio di collocamento del bond Olimpia che servirà ad accorciare la catena di controllo della galassia Tronchetti Provera e ad aumentare la partecipazione di Olimpia in Telecom. Capitalia insieme ad altre banche dovrà collocare i bond convertibili in azioni Telecom. Questione aperta quella di Generali di cui Capitalia ha una quota del 3,47%. Al momento non è stato deciso alcun prestito convertibile. Le indagini della magistratura ora potrebbero portare gettare un fascio di luce su tutte queste operazioni, rivelarne gli aspetti rimasti finora nell'ombra. Non è un caso che ieri nessun rappresentante del mondo finanziario e industriale sia uscito allo scoperto per commentare il fatto. Eppure da quando si è diffusa la notizia fino alla sera, il telefono di Geronzi ha squillato senza interruzione. In molti gli hanno voluto manifestare solidarietà. Ma in pubblico vale per sempre la regola che fu di Cuccia: il silenzio è d'oro. In serata è invece arrivato il commento lapidario del ministro Tremonti che ha ricordato la riunione del Cicr durante il quale sollevò il problema della vigilanza di Bankitalia.