SCIOLTO IL COLLEGIO SULLO SME
Da ieri il giudice Guido Brambilla si è insediato nel suo nuovo ufficio al Tribunale di Sorveglianza mentre da qualche giorno la sua collega Carmen D'Elia è stata trasferita a Legnano, su sua richiesta, nella sezione distaccata del Tribunale di Milano. Al suo posto rimane solo Luisa Ponti, presidente del Collegio, che è già alle prese con la stesura delle motivazioni della sentenza pronunciata il 22 novembre scorso nei confronti di Cesare Previti, Renato Squillante, Attilio Pacifico e altri imputati. Lo scioglimento del Collegio è avvenuto formalmente dopo il provvedimento, firmato ieri, dal presidente del Tribunale di Milano, Vittorio Cardaci, con il quale è stata accolta la richiesta di astensione dei tre giudici dagli altri due filoni del processo, quello sul falso in bilancio e lo stralcio, nei quali Silvio Berlusconi è il solo imputato. Processi che per ora sono congelati per il cosiddetto Lodo Maccanico e, il primo, anche per l'eccezione di legittimità costituzionale della legge sui reati societari sollevata in aula dall'accusa. La richiesta dei tre giudici è stata presentata ieri: una paginetta e mezza per dire che con la sentenza di dodici giorni fa nei confronti dei coimputati del premier, a loro parere, si è verificata nei confronti di Silvio Berlusconi «in parte un'oggettiva anticipazione di giudizio e, comunque, una già intervenuta valutazione in merito ad elementi essenziali delle imputazioni (...) ascritte» al presidente del Consiglio nei due separati procedimenti ancora pendenti. Secondo i tre giudici ciò costituisce una «evidente ipotesi di incompatibilità». Tutto scontato e la richiesta è stata accolta dal presidente del Tribunale che, oltre a stabilire che gli atti finora compiuti dal Collegio «conservano la loro efficacia» negli altri due filoni del processo (ma perchè siano utilizzabili «occorre l'accordo fra le parti», sottolinea uno dei difensori del premier, l'avv.Niccolò Ghedini), e ad incaricare il presidente della prima sezione, Francesco Castellano, di designare un altro collegio, ha dichiarato concluso il periodo di applicazione di Guido Brambilla, il scadenza il prossimo 9 gennaio. Dichiarazione comunicata al presidente della Corte d'Appello, Giuseppe Grechi, in una nota in cui Cardaci scrive anche che il giudice «deve ritenersi autorizzato a prendere servizio presso il Tribunale di Sorveglianza». E così, da ieri mattina, dopo l'autorizzazione ufficiale di Giuseppe Patrone, presidente facente funzione della Sorveglianza, Brambilla si è insediato nella nuova stanza, al settimo piano. «Sono soddisfatto - spiega - e mi sono già buttato nel lavoro. Ho degli ottimi colleghi e dei buoni rapporti con il personale». Una mattinata dedicata, tra un benvenuto e l'altro, all'organizzazione dell'ufficio: la suddivisione dei fascicoli che riempiono armadi e che giacciono impilati su seggiole e sulla scrivania per argomento, se così si può dire, il riassetto del computer e già l'evasione di alcune pratiche urgenti. «È finito un periodo di nove anni trascorso alla prima sezione e ora - dice con entusiasmo Brambilla - se ne apre un altro. In questi due anni in cui sono stato applicato non ci sono stati comunque tempi morti. Studiavo le carte del processo Sme e avevo cominciato a studiare la disciplina e la normativa del Tribunale di Sorveglianza. Anche se, quando uno inizia un nuovo lavoro, lo studio non è sufficiente perchè i problemi che nascono sono tanti e tali che si risolvono sempre sul campo». Brambilla poi torna un passo indietro, ricorda gli oltre tre anni trascorsi gomito a gomito con Luisa Ponti e Carmen D'Elia e dice «certo, le colleghe mi mancheranno un pò...».