«Un simbolo comune per la Cdl»

La proposta è del segretario dell'Udc Marco Follini che in un'intervista al Giornale spiega: «Dobbiamo arrivare alle liste dei partiti per consenso e non per divisione. Dobbiamo arrivarci perché conveniamo tutti che il centrodestra è più forte se scende in campo con quattro liste piuttosto che ridurre la sua presenza a una o due». «Aggiungo - continua il leader dei centristi della Cdl - che dall'altra parte il centrosinistra è riuscito a trasformare sei liste in una lista unica, e a far passare il messaggio che farà una sola lista quando invece ne farà sei, contate. La forza del centrodestra è nel pluralismo, non è nel suo carattere monolitico. Chi vuole un centrodestra più unito deve trovare il modo di coniugare e mettere a frutto le diversità, non di sopprimerle con un colpo di di pialla o peggio di accetta. Presentare liste separate con un simbolo unico è una possibilità che non escludo. In comune abbiamo il simbolo della coalizione, la Casa delle Libertà, non Palazzo Chigi». Forza Italia accetta. Quella di Follini è una buona idea anche se non originale, dice il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi. «L'idea che ciascun partito della maggioranza di governo si presenti alle prossime elezioni europee con il simbolo della Casa delle Libertà - spiega l'esponente azzurro - non è originale, perché mutuata da una analoga proposta dell'opposizione. Tuttavia ha il merito di indicare un'appartenenza comune, al di sopra delle singole identità politiche e di partito. Ed ha il merito soprattutto di indicare una comune strategia e un comune impegno che il voto per le Europee, privilegiando necessariamente il voto ad ogni singolo partito, non deve turbare». Anche da An arriva un via libera. È inutile continuare a parlare di lista unica del centrodestra per le prossime Europee, meglio lavorare sull'ipotesi avanzata da Follini, sostiene il portavoce dei finiani Mario Landolfi. «Mi sembra un'idea percorribile - commenta Landolfi - perché permette di salvaguardare l'identità delle singole forze politiche e di valorizzare anche il vincolo di coalizione. Naturalmente va approfondita e soprattutto per essere realizzata concretamente dovrà essere accettata da tutti, quindi anche dalla Lega». L'ipotesi della lista unica invece è definitivamente tramontata? «Mi sembra inutile continuare a parlarne - replica Landolfi - perché non ce ne sono nè le condizioni nè le basi». Si chiama fuori invece la Lega. «Follini dice che l'Udc punta a prendere un voto più della Lega alle Europee? Che la battaglia dell'Udc sia antagonistica alla Lega è chiaro da tempo, lui ha voluto solo esemplificare questo», spiega Alessandro Cè, capogruppo della Lega alla Camera. «Il problema - dice - è che la parte del Paese che ci ha votato avrebbe voluto cambiamenti più rapidi che invece stentano ad arrivare».