Bus e tram, in agguato altro sciopero il 15
Oggi a Roma le associazioni delle aziende Asstra e Anav incontrano i sindacati Cgil, Cisl e Uil e, separatamente, Faisa-Cisal e Ugl. Queste riunioni peraltro erano gia state convocate prima dello sciopero e non è certo che ne usciranno fatti risolutivi. Se non ci saranno fatti nuovi positivi,è da mettere in conto un nuovo sciopero nazionale di 24 ore il 15 gennaio con manifestazione nazionale a Roma. Intanto la Commissione di garanzia «in considerazione della denunciata grave lesione dei diritti degli utenti verificatesi il 1 dicembre scorso a Milano, in occasione dello sciopero del trasporto pubblico locale, ha deliberato l'apertura del procedimento di valutazione nei confronti degli organismi sindacali locali e delle Rsu dell'Atm di Milano, al fine di accertare le effettive responsabilità». Avviata anche l'indagine gudiziaria: ieri è arrivato in Procura a Milano un rapporto della Digos sullo sciopero in modo che il procuratore possa decidere sull'apertura o meno di un'inchiesta per interruzione di pubblico servizio. All'ipotesi di revisione della legge sul diritto di sciopero ventilata da Maroni, il leader della Cgil Epifani reagisce dicendo che «sarebbe preferibile che il ministro si impegnasse per il contratto dei lavoratori dei trasporti pubblici e che «se si dovesse pensare a modifiche alla legge per noi bisognerebbe allargare il diritto di sciopero perchè oggi è assai compresso». Quanto ai commenti, restano negativi quelli di quasi tutte le parti politiche eccezion fatta in particolare per il Pdci e per Rifondazione comunista il cui leader, Bertinotti, avverte che il fenomeno degli scioperi selvaggi è solo all'inizio. Cremaschi, della segreteria della Fiom Cgil (metalmeccanici), a sua volta dice che fra i lavoratori è diffuso il sentimento di solidarietà con gli scioperanti milanesi. Il presidente della Regione Lombardia Formigoni auspica che «da parte del sindacato ci siano assicurazioni perché non accadano più giornate infernali come lunedì. Questo contratto va chiuso e per il futuro si può pensare a contratti regionalizzati che tengano conto del diverso costo della vita da regione a regione». «Serve - aggiunge - un accordo tra Stato e Regioni e ci vuole il federalismo fiscale perché si possano trattenere più soldi sul territorio senza che vadano a Roma. Ovviamente per gli scioperi ci sono delle regole precise che vanno rispettate». I leghisti hanno subito plaudito alla posizione assunta da Formigoni.