Alla Camera ha parlato 11 volte Interrotta da 35 applausi di sinistra
Sì, con l'uscita dal gruppo di Alleanza Nazionale (e l'ingresso da ieri nel Gruppo Misto), Alessandra Mussolini è diventato il deputato più a destra di tutto il Parlamento italiano. La destra della destra. Sulla carta. Perché in realtà la Mussolini è sempre stata il deputato più a sinistra del centro destra. Radicale, femminista, socialista. Un po' nipote di Benito, un po' cuginetta di Emma Bonino. Una prova? I suoi interventi in Parlamento. Discorsi appassionati, vibranti. Interrotti da applausi ben 51 volte. Per 35 volte sono stati applausi dalle fila del centro-sinistra e perfino dell'estrema sinistra. Solo 16 volte il consenso è partito dai banchi del centro-destra. Un politico trasversale e televisivo. Più televisivo che politico. Nell'aula di Montecitorio in questa legislatura ha preso la parola 11 volte. E non è molto. In tv le ospitate non si contano più. E tra tv e Parlamento ha compiuto la fusione perfetta. La sintesi magistrale del percorso politico di Alessandra Mussolini. Porta il numero d'ordine 4.399, ed è una proposta di legge depositata a Montecitorio il 20 ottobre 2003. Si chiama «disciplina della convivenza familiare», e porta due sole firme. La prima, quella del deputato più a destra che piace alla sinistra, la Mussolini. L'altra quella dell'ex ministro Ds, Livia Turco, che piace alle gerarchie ecclesiastiche. La radical-fascista e la clerico-diessina, altro che convivenza familiare, quest'unione va al di là dei matrimoni di coppie gay. Non a caso ad officiare la cerimonia contro-natura non è stato uno stratega politico. Ma uno dei più potenti signori della tv: Maurizio Costanzo. La Mussolini, dicevamo, ha preso la parola nell'aula di Montecitorio solo 11 volte. La prima l'11 ottobre 2001, a cinque mesi dall'inizio della legislatura. Lei stessa quel giorno se ne è scusata: «Signor Presidente, dall'inizio della legislatura non sono mai intervenuta...». Secondo l'applausometro prima citato quei discorsi hanno infiammato il centro sinistra. In primis i Ds (11 applausi), poi a pari merito (8 applausi a testa) i Comunisti italiani e Rifondazione comunista. In tutto quindi 16 begli applausi comunisti per la nipote di Benito Mussolini. Il suo (ex) partito gradiva sì, ma senza trasporto (7 applausi). Trovando la complicità di Forza Italia quasi sempre (6 applausi), ma trascinando anche Verdi (5 applausi), Sdi (4 applausi), Margherita e Udc (2 applausi). Fanalino di coda quella Lega (1 applauso) che oggi sembrerebbe preferirla a Fini.