Mastella: «Via la parola comunista»
Esplode il caso Di Pietro nell'Ulivo, i girotondi lo vogliono leader
Denominazioni e simboli che si rifanno a quel sistema politico, ha sostenuto il segretario dell'Udeur a margine di una riunione del Movimento femminile del partito, vanno rimosse perché «nessuno può escludere che la nuova svolta impressa da Fini alla destra non farà ricadere successivamente elementi di criticità, disappunto e propaganda sul centrosinistra, dove ci sono ancora quelli che si chiamano comunisti». Discorso chiaramente indirizzato al Pdci e a Rifondazione Comunista e in gioco, secondo Mastella, c'è la forza di attrazione dell'alleanza alle prossime elezioni politiche. Al capogruppo del Pdci, che gli aveva ricordato di essere stato eletto alla Camera anche con i voti dei comunisti, oggi Mastella risponde che non è così. «Io i voti dei comunisti non li ho presi, perché sono stato eletto nel proporzionale», è la laconica replica indirizzata a Marco Rizzo. Ma nell'Ulivo le divisioni, subito dopo il varo della lista unitaria, si vanno acuendo. Achille Occhetto minaccia di fare una sua lista girotondina. E subito si fa sentire il convitato di pietra, Antonio Di Pietro: «Tante parole, nulla di fatto. La verità è una sola: con grande imbarazzo la presenza di "Italia dei valori" non la vogliono - dice Di Pietro - Ho ascoltato tante parole per giustificare l'imbarazzo. Vorrei capire perché si fa una lista con uno slogan "lista unitaria per unire" e poi si escludono movimenti che si sono battuti per la legalità. C'è contraddizione in questo centrosinistra, ma noi cercheremo fino all'ultimo il processo unitario facendo il possibile per offrire la nostra disponibilità». D'altro canto è ben noto che sull'ex pm di Mani pulite c'è il veto dei socialisti di Enrico Boselli che invece è entrato, assieme a Margherita e Ds, nella lista per le elezioni Europee. Una bella grana per Piero Fassino. Il leader dei Ds infatti è riuscito a mettere d'accordo uan buona parte dell'Ulivo. Ma si ritrova da un lato che non può dire di «no» ai socialisti e dall'altro non può chiudere la porta a Di Pietro chiamato a gran voce dall'ala sinistra della Quercia. Glissa Fassino: «Si è aperto un confronto che continuerà, per dotare il centro sinistra di un programma che venga percepito come alternativa di governo a Berlusconi. Abbiamo anche discusso di come preparare le prossime scadenze elettorali, e sulla lista unitaria il confronto continuera». Ma per Fabio Mussi, alla guida del Correntone, vanno tolte le pregiudiziali (contro Di Pietro), mentre il prodiano Artuto Parisi ammette: «Non ci sono passi avanti nè indietro».