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In un memoriale afferma di aver lavorato per i carabinieri con un nome in codice

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Accuse che - secondo il sedicente promotore finanziario detenuto a Torino per associazione a delinquere finalizzata alla truffa - sarebbero provate dai documenti contenuti in 23 faldoni, che Marini elenca dettagliatamente e che sostiene di aver visto in Svizzera, quando fu interrogato dal pm elvetico Mastroianni. Il memoriale, che contiene peraltro accuse di insabbiamento nei confronti dei magistrati di Torino, sembra destinato ad accendere il dibattito in Commissione, quando il plenum discuterà e metterà a votazione la proposta di Carlo Taormina (Forza Italia) di ascoltare nuovamente Marini sui documenti che la Svizzera inviò lo scorso settembre a palazzo San Macuto (5 faldoni per un totale di circa 1.500 pagine). La scorsa settimana il presidente della Commissione, Enzo Trantino (An) aveva dichiarato Marini «inconducente al fine istruttorio per l'accertamento delle responsabilità politiche». Dichiarazione che aveva scatenato la levata di scudi da parte di Forza Italia, mentre Ds e Margherita l'avevano accolta positivamente come la volontà di voler chiudere il capitolo Marini. Ma l'arrivo di questo memoriale, consegnato dall'avvocato Luciano Randazzo e subito secretato, potrebbe rischiare di aprire una nuova stagione di polemiche. Nel documento, Marini scrive inoltre di aver fornito «ampie prove della provenienza dei fondi Telekom Serbia» al maresciallo dei carabinieri Giuseppe Quaresima, per conto del quale avrebbe lavorato con incarichi simili a quelli di agente provocatore, con tanto di nome in codice: «Silver». Il maresciallo Quaresima, che raccolse le denunce di Marini contro l'avvocato Paoletti, ha però sempre smentito che il sedicente promotore finanziario abbia fatto il minimo accenno con lui a Telekom Serbia. Nelle quattro pagine di foglio protocollo, scritte a mano, Marini imputa ai magistrati e alla Commissione di non aver voluto andare a fondo su un incontro che sarebbe avvenuto a Reggio Emilia e al quale avrebbe preso parte un senatore che il «conte» cita solo attraverso le iniziali (A.F.). Marini lamenta inoltre di non aver ricevuto alcun aiuto dal maresciallo Quaresima, mentre il militare gli avrebbe fatto tante «promesse» come «la protezione, il programma testimoni, la nuova identità, il lavoro in tandem con l'Fbi».

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