IL CASO, TEDESCHI E NEOZELANDESI
Per celebrare la medaglia d'argento al valore civile - assegnata a Orsogna dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi -, l'ambasciatrice neozelandese, Julie Mackenzie, e l'ambasciatore tedesco, Klaus Neubert, deporranno una corona d'alloro al monumento ai martiri civili orsognesi, insieme al sindaco della cittadina, Fabrizio Montepara. Dal dicembre 1943, quando ebbe inizio una guerra di posizione lunga sei mesi, non vi erano stati più contatti tra Orsogna e le due nazioni. Allora la cittadina abruzzese fu trasformata dalla 26esima divisione tedesca in un fortino inespugnabile, caposaldo di una guerra di posizione che superò l'inverno del 1943 e la primavera del 1944, concludendosi - dopo un bagno di sangue - il 9 giugno, quando il paese fu liberato dai paracadutisti italiani della «Nembo». Nella sua «Storia ufficiale della Nuova Zelanda nella Seconda guerra mondiale», Neville Phillips - ricorda lo storico Marco Patricelli nel volume «La Stalingrado d'Italia» - definiva Orsogna «una cittadina più adatta a un manuale militare che per una guida turistica», proprio perché acquistò notorietà sei mesi dopo l'invasione dei neozelandesi. Venerdì 5 dicembre, dopo una sosta al monumento ai martiri civili, presso il quale sarà deposta una corona d'alloro, è prevista la Santa Messa, celebrata dall'arcivescovo di Chieti-Vasto, Edoardo Menichelli. Il prefetto di Chieti, Aldo Vaccaro, consegnerà la medaglia d'argento di Ciampi. Sarà presente, tra gli altri, l'addetto militare dell'ambasciata tedesca in Italia, Tenente Colonnello Karl-Jens Gruber. Sarà insomma una riconciliazione dopo oltre mezzo secolo dalla guerra. Una riconciliazione che di questi tempi sembra di assolutà attualità.