«IGNAZIO, tu che sei interista perché non chiami Altero (Matteoli, ndr) che è juventino e senti un po' che dice».
È sabato sera quando sugli schermi scorrono ancora le immagini di Juventus-Inter. Da un capo del telefono c'è il leader di An, dall'altro Ignazio La Russa, il coordinatore. Fini, per la prima volta dopo dodici anni, da quando cioè nel 1991 riconquistò la guida dell'Msi, si trova a contare chi sta con lui. Ha capito che Storace sta per dare vita all'opposizione interna. Ci sarà una minoranza e, paradossalmente, bisogna costruire una maggioranza. Con lui ci sono Maurizio Gasparri e La Russa. C'è Destra protagonista, che è la corrente maggioritaria. C'è Nuova Alleanza visto che Adolfo Urso che ha ripetuto al capo: «Non ti preoccupare, andiamo avanti su questa strada. Stiamo crescendo nei consensi: eravamo tre volte la Lega ora siamo il quadruplo». Fini punta a riunire prima questi visto costituivano l'antica Area Vasta, il primo correntone finiano voluto da Tatarella. Al progetto lavora La Russa. Il leader opera intensamente con Matteoli, lo juventino. Vuole che il coordinatore del partito e il ministro dell'Ambiente lavorino a braccetto, per questo ha consigliato di utilizzare una scusa calcistica per farli parlare tra loro. Matteoli è alleato con Urso, il quale non va d'accordo con Gasparri ma procedee a braccetto con Alemanno. E a tenere dentro il ministro delle Politiche Agricole, spaccando Destra sociale. Ma il leader della corrente in comproprietà con Storace ha preso le distanze dall'iniziativa di rottura del presidente della Regione Lazio, ma ha anche spiegato che dovrà «distinguersi» per evitare che uan fetta della sua base non lo segua più e si faccia portare da altre sirene. Per questo ha chiamato in causa il sottosegretario Pasquale Viespoli, «finiano sociale». Fini vuole fare tutto ciò che la diplomazia consente. Non a caso si è rivolto anche a Matteoli, a casa del quale domenica 16 novembre si è tenuto un pranzo. C'erano tutti i big con Fini, che in quell'occasione spiegò il viaggio che avrebbe cominciato la domenica successiva in Israele. Stando alle testimonianze dei presenti il primo a base di pasta fu molto buono non altrettanto il resto. Ma il leader riuscì a mettere assieme con lui «tutti tranne Storace». E a quella aggregazione punta adesso. Sperando anche alla mediazione dei finiani puri perché non allineati. Come il portavoce Mario Landolfi, il direttore del Secolo Gennaro Malgieri e Andrea Ronchi. E ha ritrovato a sorpresa, dopo anni, anche il triestino Roberto Menia. F. D. O.