di GIULIA CERASOLI OGGI, mentre Sabina Guzzanti girotonderà contro la chiusura del suo ...
Il direttore generale Cattaneo infatti è rimasto chiuso nel suo ufficio tutto il giorno per elaborare la relazione sul caso e ha parlato con dirigenti, responsabili legali e consiglieri di amministrazione per trovare una soluzione ragionevole, ad una questione che non lo è più. Cattaneo, Annunziata e Veneziani sono più che altro preoccupati dei guai legali che Raiot ha attirato sull'azienda (Mediaset ha chiesto un risarcimento miliardario), mentre Petroni, Alberoni e Rumi restano su posizioni più radicali e vogliono che il programma vada visionato globalmente. In realtà infatti, il problema sono i tempi. La produzione di Raiot finora ha presentato solamente alcuni pezzi comici di una puntata, sventolando la bandiera dell'attualità per nascondere il resto. L'ipotesi più moderata sarebbe quella di proporre una visione (da parte del direttore di Rete, degli Affari legali e del direttore generale) 4-5 giorni prima della messa in onda di ogni puntata, ma non è detto che venga accettata. In questo caso, addio Raiot. E senza rancore, pensano al settimo piano, visto che l'opportunità di tornare in onda verrebbe in tal caso «bruciata» in nome di una strumentalizzazione politica vera e propria. Argomento che naturalmente verrà portato dal vertice al gran completo in Vigilanza domani, in occasione dell'audizione convocata da Petruccioli. All'ordine del giorno della riunione di oggi, oltre Raiot, ci sono alcuni contratti di fiction, come quello per «Incantesimo 7» che prevede come protagonista assoluto Walter Nudo e il progetto di «Cime tempestose» con Alessio Boni. Si parlerà poi certamente del futuro del CdA dopo l'approvazione della Gasparri. Lucia Annunziata non è mai arretrata sulla volontà di dimissioni e nemmeno il consigliere Rumi, ma si vocifera di eventuali e probabili inviti da parte dei presidenti delle Camere al presidente Rai affinché torni sulla sua decisione dopo la firma di Ciampi. In quel caso si andrebbe quindi verso una conferma dell'attuale CdA, che secondo il governo ha lavorato molto bene (recupero ascolti e ottimizzazione delle risorse), con integrazione dei consiglieri mancanti per arrivare a nove membri, proprio come prescrive la nuova legge. Intanto, la sinistra annuncia però un'ennesima battaglia, accusando la Rai di aver violato la par condicio negli ultimi due mesi. Secondo i parlamentari Gentiloni e Falomi, infatti, in due mesi sono stati 23 gli esponenti della maggioranza e del governo che hanno partecipato «senza contraddittorio» a programmi di intrattenimento e talk show della Rai. I componenti della Margherita in Commissione di Vigilanza hanno monitorato la programmazione Rai tra il 22 settembre e il 25 novembre ed hanno annunciato che è attesa in questi giorni la decisione dell'autorità Garante per le Comunicazioni che dovrà analizzare il ricorso presentato dalla Margherita. «Per la prima volta - hanno spiegato i due parlamentari - abbiamo interrogato l'Autorità sull'attuazione di una delle sue prerogative visto che la legge Maccanico affida all'Autorithy il compito di far rispettare l'indirizzo della Vigilanza Rai».