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di FABRIZIO DELL'OREFICE «CHI tocca la fiamma si brucia».

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La frase comparirà su migliaia di gadget preparati per l'occasione, per quella che si preannuncia come la giornata dell'orgoglio di destra. Sarà una grande kermesse, ci saranno alcune migliaia di persone, un centinaio i pullman pronti. Da tutta Italia, dicono gli organizzatori, sottolineando che non si tratta di una manifestazione solo romana. Anzi. Sarà il Francesco Storace day. Il presidente della Regioen Lazio in questo ore è al telefono e sta chiamando personalmente gli ultimi indecisi. Tra questi non c'è donna Assunta Almirante che ha già dato la sua adesione. E non c'è Teodoro Buontempo, che pure ha fatto sapere che sarà all'Hilton. E non c'è Domenico Gramazio, presidente dell'agenzia regionale della Sanità, che ha detto chiaramente che Storace è l'indiscusso leader della Cdl nel Lazio. Potrebbe arrivare all'Hotel romano anche Alessandra Mussolini, con la quale è in corso una trattativa. È molto probabile che la nipote del Duce ci sarà, ma nelle intenzioni dovrebbe essere un colpo a sorpresa. La tensione nel frattempo sale. Storace non ha preso di buon grado una battuta di La Russa, secondo il quale se il presidente del Lazio lasciasse An non lo seguirebbe più del tre per cento degli elettori del partito. «Se valgo solo il tre per cento allora non sentiranno la mia mancanza», ha risposto piccato Storace. Poi La Russa ha corretto, affermando che il governatore è «un pezzo importante del partito del quale nessuno vorrà mai fare a meno». Ha chiuso la polemica uno degli uomini più vicini al governatore, Fabio Sabbatani Schiuma: «La Russa è stato invitato alla kermesse e sta a lui decidere se essere presente o meno. Sta sempre a lui farsi responsabilmente carico dell'eventuale disagio delle migliaia di persone che parteciperanno. Se scendiamo nelle gare sul consenso - aggiunge - sarebbe facile obiettare sui numeri di La Russa: basta ricordare che Storace è stato eletto presidente del Lazio quando nessuno voleva candidarsi e che il consenso di An a Roma è superiore a quello che abbiamo in alcune città del nord che La Russa conosce bene». Sabbatani Schiuma, ha precisato che non sarà una manifestazione di corrente ma di base, e non esclude una partecipazione di Gianfranco Fini: «Si tratta di una questione tra lui e Francesco Storace. Certamente, non partecipando, il presidente perderebbe una grande occasione per chiarire alcuni aspetti». Al di là degli inviti, restano i nodi politici. Per Storace sono sostanzialmente tre (almeno quelli delle ultime ore): Fini ha sbagliato a riaprire la polemica su fascismo e antifascismo, ha sbagliato a difendere il «muro» costruito dal governo israeliano attorno ai territori palestinesi, e ora sbaglia a comportarsi in modo «sprezzante» verso Alessandra Mussolini facendogli gli auguri invece di cercare di tenerla dentro al partito. Non è d'accordo Domenico Nania, capogruppo al Senato di An: «Credo che Fini, con il suo viaggio a Gerusalemme e ribadendo posizioni già espresse e pienamente maturate negli ultimi dieci anni nella destra politica italiana abbia chiuso definitivamente un capitolo, quello dell'antisemitismo e del razzismo, che An unanimemente aveva condannato sin dalla sua nascita». Storace intanto non partecipa al vertice in via della Scrofa e dopo La Russa prende di mira anche Gasparri che invita ad andare via chi non è d'accordo con Fini: «Mercoledì l'onorevole Gasparri avrà la risposta ai suoi dubbi. Constato che di svolta in giravolta siamo tornati a "credere obbedire combattere" di mussoliniana memoria». Resta anche aperto il discorso interno a Destra sociale. Gianni Alemanno, l'altro leader della corrente, non parteciperà (a meno di ripensamenti dell'ultimo minuto) alla manifestazione. Tra i due oramai c'è una condizione di separati in casa.

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