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«Comunisti, visitate le città simbolo dei vostri crimini»

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«Nel nazismo, e per la modesta (in termini storici) parte di connivenza del fascismo, noi abbiamo riconosciuto il "male assoluto" - scrive Selva -. Ma ci fu l'altra ideologia tragica che ha generato il sistema politico comunista, con le sue terribili conseguenze per l'umanità: i gulag, le carceri dove si tortura, le polizie segrete, come avviene a Cuba, che esponenti come Cossutta e Bertinotti, partner di un ipotetico governo Prodi, considerano una modello di "democrazia sociale"». «Voi, come Willy Brandt a Varsavia, dovete fare, a mio giudizio, due visite: la prima in una città simbolo dei crimini commessi dal comunismo. Non avrete che l'imbarazzo della scelta. La seconda visita in Italia, in un luogo dove c'è terra bagnata, per dirla con il titolo del libro di Giampaolo Pansa, dal "Sangue dei vinti"; o a San Giovanni in Persiceto alla tomba del sindacalista delle Acli Giuseppe Fanin, ricordando, con parole esplicite e non con una fuggevole partecipazione a una cerimonia istituzionale, che quella fu vittima dell'odio contro i "reazionari, i preti, i fascisti", predicato dai dirigenti e militanti del Pci». «Nella mia Emilia-Romagna, dove il Pci era maggioranza assoluta, lo slogan "uccidere un fascista non è reato" furono gli attivisti e militanti ad insegnarlo nelle cellule del partito di Togliatti, fra il 1945 e il '48 - ricorda ancora il presidente della commissione Esteri della Camera -. E se oggi voi, più giovani, vi vergognate e condannate quello che fecero i vostri padri, trovate almeno la forza politica di dare un segno di coraggio, di dire la verità, perché "fascisti" allora, nelle Regioni rosse, erano definiti tutti coloro che si dichiaravano e agivano in termini politici come "anticomunisti"».

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