«Al via i laboratori di cultura politica»
Tre laboratori che potrebbero superare le correnti. Sarebbe dovuta essere questa la proposta che doveva lanciare Carmelo Briguglio, il deputato più vicino a Storace e dunque vicecoordinatore di Alleanza nazionale. Briguglio è intervenuto alla convention di Destra protagonista di Arezzo, ma le sue parole si sono probabilmente autocensurate. Quanto avrebbe voluto dire Briguglio lo si può però evincere dai suoi stessi appunti dimenticati sul palco di Arezzo. Il deputato storaciano avrebbe voluto lanciare una forte critica alla situazione interna al partito, ma probabilmente non ha detto tutto ciò che avrebbe voluto affermare. Per Briguglio, infati, proprio l'assenza del dibattito all'interno di An porta «al pericolo di una deriva cesarista» mentre in un partito vero c'è dialogo, ancora dialogo». Nel suo intervento, il vicecoordinatore s'è limitato a dire che «Forza Italia è un "partito personale" mentre noi siamo un partito di persone con una tradizione politica e delle anime, la cui sintesi è data dalla leadership di Fini. Ma una leadership non può sostituire certo il dibattito interno». In effetti la critica che fa una parte di Destra sociale, la corrente che fa capo a Storace e a Alemanno, è proprio quella di aver sterilizzato il dibattito interno. Una condizione che ha accresciuto le distanze interne ai dirigenti di An, tanto è vero che proprio per chiedere una discussione più ampia Destra sociale e Nuova Alleanza si sono riunite a fine settembre a Fiuggi. Ora però, lo scenario è cambiato e si rischia la rottura interna. Anche se questo non porterà ad una scissione. Questa ipotesi viene esclusa anche da Alemanno: «Non ci sono le condizioni». Il ministro delle Politiche Agricole si limita a dire che «la posizione della Mussolini la rispetto, ma è una posizione personale». Alemanno è alle prese con la sua componente, con la divisione interna, con la divaricazione con Storace. E proprio per questo il ministro deve provare a forzare qualche posizione per evitare di perdere la sua base, per evitare che all'interno della componente ci sia un travaso verso i fedelissimi del presidente della Regione Lazio. Se non addirittura verso la lista della Mussolini. Per questo il ministro ha fatto sapere che andrà in Israele tra qualche giorno, ma sarà anche in Palestina. «Condannerò senza reticenze - spiega - le responsabilità che il fascismo ebbe nella persecuzione e nella deportazione degli ebrei» e «andrò però anche in Palestina e, a differenza di Fini, non mi esprimerò a favore della costruzione del muro di separazione nei territori occupati. In questo ha ragione il Pontefice quando dice che in quella zona c'è più bisogno di ponti che di muri». Quanto alle parole del vicepremier Fini di condanna delle responsabilità del fascismo e di Salò, Alemanno afferma che «è emersa un'immagine troppo unilaterale. Il fascismo non fu solo le leggi razziali e non può essere definito "il male assoluto", nè tantomeno An può apparire come un partito antifascista». Infine secondo il leader di Destra sociale «nell'assemblea nazionale dovremo discutere a fondo la strategia e la linea evolutiva del partito». F. D. O.