Frattini: «Compiuti grandi passi in avanti per arrivare entro dicembre a un accordo complessivo»
Al conclave dei ministri degli Esteri a Napoli create le condizioni per raggiungere convergenze sulle questioni più controverse Fumata grigia sulla Costituzione europea
Dopo la complicazione dei loro negoziati avvenuta venerdì, i Paesi attuali e futuri dell'Ue hanno, infatti, compiuto progressi in parte importanti verso un accordo perfino sulle questioni più controverse, che hanno finora ostacolato la definizione della prima Carta costituzionale dell'Europa al vertice di Bruxelles di metà dicembre. Due giorni fa la richiesta olandese di inserire nella Costituzione europea un inasprimento del Patto di stabilità aveva potenzialmente reso ancor più difficili quei negoziati, già molto lontani da una soluzione a causa dell'intransigenza spagnola e polacca contro l'introduzione della «doppia maggioranza» per le votazioni al Consiglio Ue. Ieri, però i capi delle diplomazie dei Venticinque hanno fatto registrare un «accordo quasi unanime sulla futura difesa comune europea», nonché «convergenze più o meno progredite verso intese sulla composizione della Commissione dopo il prossimo allargamento dell'Ue, sulla creazione di un ministro degli Esteri comunitario, e addirittura sulla doppia maggioranza, principale tema di discordia nei negoziati per la Costituzione». «La riunione - ha detto il ministro degli Esteri italiano, Frattini, al termine del conclave - ci ha permesso di fare grandi passi avanti nel lavoro comune, con l'obiettivo di avere entro dicembre un accordo complessivo». «Abbiamo raggiunto un'intesa - ha aggiunto - che sembrava difficilissima sul progetto e sulle linee della difesa europea». Il risultato più importante del conclave napoletano è, però, il crescente consenso a favore di una nuova proposta di doppia maggioranza, formulata ieri dal Portogallo per sbloccare il rigido dissenso tra l'alleanza franco-polacca e il resto dei Paesi sul futuro quorum per le decisioni non unanimi del Consiglio Ue. Suggerendo di abbassare dal 60% al 50% anche la componente demografica della doppia maggioranza, il Portogallo ha messo sul tavolo un potenziale compromesso con Spagna e Polonia, tuttora ferme fautrici della ponderazione di voti nazionali decisa con il Trattato di Nizza. «Non c'è unanimità - ha detto Frattini - ma una maggioranza di Paesi intervenuti a favore della proposta portoghese». Frattini ha inoltre annunciato «molte convergenze» sull'idea di confermare almeno per il futuro prossimo un Commissione europea composta da un cittadino di ciascuno Stato comunitario con pari diritto di voto. La bozza di Costituzione aveva, invece, proposto una Commissione con un rappresentante di ogni Paese, ma con soltanto quindici membri dotati di diritto di voto. Contro la creazione di due categorie di commissari europei erano però insorti i Paesi piccoli o medi della futura Ue allargata, che ne costituiscono la maggioranza. «Nessuno si è opposto - ha aggiunto Frattini - all'idea che il numero minimo di parlamentari europei per gli Stati più piccoli (limitato a quattro secondo la bozza di Costituzione) sia ragionevolmente aumentato a cinque o sei».