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di STEFANIA MORDEGLIA «PERCHÉ mai la domenica sarebbe il giorno festivo, se non ci fosse ...

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Con queste parole il presidente della Camera, Pierferdinando Casini, ha appoggiato in pieno l'iniziativa del Movimento cristiano lavoratori (Mcl) «La domenica è festa», che mira a tutelare il giorno di riposo contro l'allargamento delle categorie costrette a lavorare di domenica. La petizione, sottoscritta da quasi 400 mila persone, è stata consegnata a Casini nella giornata conclusiva della conferenza nazionale programmatica del Mcl «Lavoro e solidarietà per costruire la nuova Europa», che si è tenuta ieri all'Auditorium di Santa Cecilia, a Roma. Ma il presidente della Camera è andato oltre. Prendendo spunto dalla petizione, che trasmetterà al Parlamento, è tornato a insistere sull'opportunità di inserire nel Preambolo della Costituzione Ue un riferimento alle radici giudaico-cristiane dell'Europa. Il presidente dell'assemblea di Montecitorio ha espresso rammarico per il mancato sostegno «bipartisan» alla battaglia che l'Italia, insieme a Spagna, Irlanda e Polonia, sta portando avanti nella Conferenza intergovernativa. «Non mi rassegno, anzi mi rifiuto di accettare - ha detto Casini - che questo riconoscimento generi divisioni fra i partiti: anche chi è lontano da una formazione democratico-cristiana dovrebbe laicamente riconoscere ciò che è patrimonio comune di tutti gli italiani». «Non possiamo rinunciare alla nostra identità nel momento in cui ci apriamo all'integrazione in Europa di altre comunità - ha aggiunto -. Anche chi non ha il dono della fede deve riconoscere l'importanza delle radici cristiane». Nella conferenza programmatica del Movimento cristiano lavoratori il presidente, Carlo Costalli, ha lanciato un appello ai riformisti di tutti gli schieramenti «per rinnovare il sistema di relazioni e farne la leva di una nuova modernizzazione in una logica di coesione sociale». «All'interno degli schieramenti - ha aggiunto - molti sono convinti che i temi del lavoro non debbano essere risucchiati in una logica di bipolarismo esasperato. Ad essi ci appelliamo per evitare dannose derive». Costalli ha evidenziato la necessità di rilanciare «la concertazione nella più moderna veste di dialogo sociale» e promuovere «una nuova cultura del lavoro, che tenga conto delle esigenze del mercato, intervenendo per creare le condizioni affinché la necessaria flessibilità non si trasformi in precarietà, ma in nuove opportunità di lavoro». La riforma Biagi, ha precisato Costalli, «va nella giusta direzione e ora il passo successivo deve essere la codificazione di uno Statuto dei lavori, che permetta di superare definitivamente il dualismo tra ipertutelati e i precari». Alle tematiche del lavoro è stato dedicato uno spazio speciale. Natale Forlani, amministratore delegato di «Italia Lavoro», ha sottolineato come «la legge Biagi rappresenti il primo vero e radicale tentativo di portare il nostro Paese al miglior livello di innovazione del mercato del lavoro in Europa». «Siamo il Paese - ha aggiunto - con il più basso numero di lavoratori atipici. Bisogna favorire una flessibilità regolata per accrescere le opportunità di lavoro». Michele Tiraboschi, direttore del Centro studi internazionali e comparati «Marco Biagi», ha sottolineato come, sul tema del lavoro, ci siano «troppa ideologia, polemiche ed esasperazione». «Occorre costruire un mercato del lavoro regolare - ha detto -. Ma le leggi non possono fare molto se il cambiamento non è accompagnato da una reale forza riformista». Tiraboschi ha quindi annunciato che la circolare sul lavoro a progetto che attua la riforma Biagi sarà emanata la prossima settimana.

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