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Patto di stabilità, Prodi non si arrende

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Dopo lo strappo di Bruxelles si temono conseguenze gravi per il negoziato sulla Costituzione

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Nella riflessione del giorno dopo la Commissione europea ha reagito così alla sostanziale indulgenza concessa lunedì dal Consiglio Ecofin a Francia e Germania, altrimenti passibili di sanzioni pecuniarie per i loro perduranti «deficit eccessivi». Dopo lo strappo al Patto di stabilità si temono conseguenze gravi per il negoziato sulla Costituzione: improbabile l'accordo entro la fine dell'anno. Come preannunciato, l'Esecutivo comunitario ha dedicato una parte della riunione a una prima discussione sulla risoluzione dell'Ecofin che, al di fuori della procedura del Patto di stabilità, aveva mitigato gli obblighi di risanamento finanziario già giuridicamente imposti a Francia e Germania. «La Commissione - aveva avvertito un comunicato ufficiale emesso dall'esecutivo comunitario lunedì - si riserva il diritto di esaminare le implicazioni di queste conclusioni del Consiglio e di decidere su azioni conseguenti». Dopo un'apposita proroga pomeridiana della sua riunione la Commissione ieri ha però fatto registrare una dichiarazione televisiva del suo presidente Prodi, in cui ripete in modo ancor più aspro il proprio «rammarico» per la clemenza dell'Ecofin a Parigi e Berlino, ma non menziona nessun ricorso legale. «Secondo la procedura - ha affermato Prodi- il Consiglio non può usare misure ad hoc per sospendere o modificare il Patto ogni volta che ritenga che le sue disposizioni siano troppo restrittive o inoppportune». «Non ci possono essere - ha aggiunto il presidente della Commissione - regole à la carte. Tutti noi dobbiamo rispettare le regole del Patto». Esprimendosi senza mezzi termini per deplorare la soluzione extraprocedurale di lunedì, la Commissione ha usato argomenti non più soltanto giuridici, ma anche morali. La maggior preoccupazione della Commissione per le conseguenze della decisione di lunedì è, tuttavia, di natura economica. «L'attuale situazione - ha infatti avvertito il presidente della Commissione - non è più soddisfacente. La vera questione ora è come fissare obiettivi e strumenti di politica economica per il futuro. Abbiamo bisogno di un forte governo dell'economia per il nostro mercato unico e la nostra moneta unica». A questo scopo, Prodi ha preannunciato «un'iniziativa» della Commissione. Prodi ha chiesto che la Conferenza intergovernativa non ceda alle tentazioni di «rimettere in discussione il piccolo progresso fatto in quel campo nella Convenzione». Se la Commissione avesse già un tale potere di raccomandazione diretta, l'Ecofin non avrebbe potuto eludere lunedì le sue raccomandazioni rigorose (e vincolanti) a Francia e Germania. «La Commissione continuerà ad applicare il Trattato e i regolamenti del Patto» ha ammonito Prodi. Secondo l'esecutivo comunitario, rimangono in vigore le precedenti raccomandazioni dell'Ecofin, che esigono il rientro dei deficit francese e tedesco sotto il 3% nel 2004. Intanto, ieri gli onorevoli Elmar Brok e Klaus Haensch, rappresentanti del Parlamento europeo alla Cig, hanno definito «equilibrata» la proposta di compromesso sulla Costituzione Ue, presentata dalla presidenze italiana.

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