di LANFRANCO PALAZZOLO UN SENATORE a vita può dimettersi? È un interrogativo che rimbalza ...
Il senatore Colombo è estraneo ad ogni addebito della magistratura, ma se decidesse di abbandonare la carica di senatore a vita potrebbe farlo? Un altro senatore a vita (di diritto), il Presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga ha minacciato più volte le dimissioni in questa legislatura. Lo ha fatto nel caso delle polemiche che lo hanno visto contrapposto con l'ex ministro degli Esteri Renato Ruggiero nel 2001 sul progetto dell'A400m, l'aereo di trasporto militare europeo su cui Cossiga si dichiara contrario. In quella occasione, Cossiga scrive al Presidente della Repubblica Ciampi (lettera del 9 novembre 2003) annunciando di voler dimettersi. Ma resta in carica. La polemica sulle dimissioni ritorna nel giugno del 2002, quando Cossiga accusa il capo dello Stato Ciampi di non averlo difeso dalle «intimidazioni» della procura di Potenza che sta conducendo un'indagine su alcuni parlamentari e che ha intercettato incidentalmente alcune sue telefonate. Cossiga annuncia dimissioni irrevocabili (1 giugno 2002), affermando: «Il capo dello Stato deve pronunciarsi a sostegno delle regole del giusto processo e della libertà per i parlamentari di criticare i giudici». Cossiga chiede a Ciampi un segnale per ritirare le dimissioni. Ma il Presidente della Repubblica non gli risponde direttamente come aveva fatto il precedente 9 novembre. Anche se vi sono molti pareri discordi, il Presidente del Senato Pera ritiene quelle dimissioni ammissibili, nonostante la lettera inviata dallo stesso Cossiga a Pera (7 giugno 2002) in cui dichiara di voler avvalersi della rinunzia senza dibattito parlamentare. Infatti, molti costituzionalisti chiedono al senatore a vita di rinunciare al mandato come recita l'articolo 59 della Costituzione: «È Senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica». Il Senato respinge le dimissioni di Cossiga nella seduta pomeridiana del 19 giugno del 2002 con 157 voti contrari (57 favorevoli) con il compiacimento del Quirinale. Cossiga commenta: «Ho raggiunto lo scopo che mi ero prefisso, creare lo scandalo e riaffermare la supremazia del Parlamento». Il politologo Sartori critica quello che è accaduto: «Nessuno è obbligato ad accettare le nomina a senatore a vita, ma una volta accettata si è senatori a vita» e aggiunge che «il Senato è incompetente a discutere delle dimissioni, perché alla carica a vita si può unicamente rinunciare».