«Bene Fini. Chi non è d'accordo se ne vada»
Franco Perlasca è soddisfatto. Lui è il figlio di Giorgio Perlasca, l'italiano che nel 1945 mise in salvo a Budapest 5218 ebrei. La sua figura è ricordata anche Gerusalemme tra i Giusti delle Nazioni nei pressi dello Yad Vashem, il museo dell'Olocausto nel quale Fini ha pronunciato le parole di condanna dell'antisemitismo e delle leggi razziali del Fascismo e ha inserito la Repubblica di Salò tra le pagine nere della storia. Franco Perlasca è assessore di An a Padova. Assessore, aspettava quelle frasi? «Quelle parole, così inequivocabili, pronunciate in quel luogo, hanno un'importanza fondamentale oltre che storica». Sorpreso o stupito? «Mi sono sentito sollevato. Oggi ho riletto con attenzione quel che ha detto sul Secolo: ha citato mio padre, il che mi rende ancor più orgoglioso». Se l'aspettava? «Direi abbastanza ma non del tutto. Per due motivi in particolare». Quali? «Primo, ha fatto un richiamo chiaro al fascismo, da cui giunsero le leggi. Secondo, ha condannato la Repubblica di Salò». Il sottosegretario Mantica ritiene che Fini doveva lasciar perdere la parte della Rsi: il giudizio è della storia. «Fini ha fatto benissimo». Ma Ciampi ha detto: vi furono anche scelte individuali che vanno rispettate. Non è d'accordo? «No, guardi. Stiamo parlando di due livelli completamente diversi. Un conto è la Repubblica di Salò in quanto tale che va condannata. Nel manifesto di Verona venivano ereditate le leggi razziali, vi furono i rastrellamenti degli ebrei. Questa è storia, vogliamo dimenticarla?». E il secondo livello? «Bene, il secondo livello sono i repubblichini in quanto tali. Ed è indubbio che tra essi vi furono persone che ritenevano di andare dalla parte giusta. E chi, come Mirko Tremaglia, che non si sporcarono le mani». Insomma, andava comunque condannato tutto? «Andava condannato in maniera chiara. E Fini lo ha fatto completando un percorso avviato dieci anni fa. Poi possiamo anche parlare dei fascisti, o dei repubblichini che aiutarono gli ebrei. Penso a Giovanni Palatucci, il poliziotto che a Fiume ne mise in salvo 5000 tra il '38 e il '44. Lui aderì alla Rsi. Sono casi individuali. E basta». Dopo il viaggio che cosa cambia per Fini? «Si è completato un percorso, la sua è stata un'opera enorme. Realizzabile solo se ci si crede fino in fondo. Ora si apre un'altra strada». Per Palazzo Chigi? «Non lo so, ma penso che possa aspirare al premierato». An si sta scoprendo troppo a destra? «Certe persone meglio perderle. E poi guardi, eravamo al 4% e Fini ci ha portato al 12. Dove sono tutti quelli che sono andati via?».