Sulla stampa israeliana intenso dibattito sul valore della visita
Il quotidiano in lingua inglese Jerusalem Post sostiene che a Gerusalemme il vicepremier «cerca di superare il proprio passato neofascista». Il giornale riporta la opinione di fonti del ministero degli esteri di Gerusalemme secondo cui «la visita è più importante per Fini che per Israele». L'ospite, precisa il giornale, cerca infatti di ottenere un «Timbro di approvazione» israeliano. Haaretz riporta con grande evidenza, in prima pagina, dichiarazioni rilasciate dall'on. Alessandra Mussolini. «Non solo Gianfranco Fini, ma tutto il mondo, inclusi la Santa Sede e il Pontefice, devono chiedere perdono ad Israele» ha detto la parlamentare italiana nell'imminenza della visita del leader di An al Museo dell'Olocausto Yad va-Shem di Gerusalemme. Nell'intervista, alla domanda su cosa pensa dell'intenzione di Fini di chiedere perdono al popolo ebraico, la parlamentare ha risposto che, a suo parere, Fini l'ha già fatto al congresso del 1995, nel quale il leader di An denunciò l'antisemitismo. Quanto a oggi, la deputata afferma: «abbiamo bisogno di sviluppare mutua comprensione, non di dispute, perché stiamo dalla stessa parte». A suo parere la visita di Fini in Israele è importante «per l'assalto contro l'Italia e l'Europa» da parte del terrorismo. L'attentato di Nassiriyha e quelli d'Istanbul, «fanno dell'Italia un alleato d'Israele». Alla domanda di cosa avrebbe pensato il nonno di Fini, ha detto: «Non voglio rispondere. È morto e io sono un'altra persone... la mia famiglia è una cosa, la politica è un'altra. Permettetemi di non rispondere». Lo stesso giornale riporta le dichiarazioni del presidente della Knesset Reuven Rivlin (Likud). Questi afferma che An «esprime il fascismo in tutto il suo orrore. Tuttavia - prosegue Rivlin - quando (Fini) dice di provare vergogna verso il passato del proprio partito e quando si distacca dalla sua ideologia, queste parole assumono un significato maggiore di quelle di un anti-fascista. Con chi prova pentimento, occorre avviare un dialogo». Ma in Parlamento, spiega Maariv, ci sono anche dissensi. L'ex leader del partito di sinistra Meretz, Yossi Sarid, ha infatti annunciato che boicotterà l'incontro di Fini con la Commissione parlamentare per gli affari esteri e la difesa. Il presidente della stessa commissione tuttavia Yuval Steinitz (Likud) dice che è necessario tenere a mente che «Fini è uno dei principali amici di Israele in Europa in generale, e in Italia in particolare. Fini ha espresso pentimento, ha mostrato sincerità. Dobbiamo dunque prenderne atto».