Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

di STEFANIA MORDEGLIA LA TREDICESIMA per i pensionati quest'anno potrà essere più ricca ...

default_image

  • a
  • a
  • a

Questo, secondo le stime degli esperti, l'impatto della riforma fiscale entrata in vigore lo scorso gennaio. Il maggior importo della tredicesima mensilità - dovuto al meccanismo adottato nell'applicare il primo modulo della riforma che ha ricalcolato le nuove aliquote su 13 invece che su 12 mesi - varia a seconda della base imponibile della pensione. Se in media ogni pensionato riceverà 70 euro in più di tredicesima rispetto all'anno scorso, l'aumento sarà maggiore per gli imponibili più bassi. Per chi ha una pensione con un imponibile di circa 13 mila euro l'incremento annunciato dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, sarà di circa 120 euro. Man mano che si sale di reddito imponibile, l'aumento cala: 84 euro per un imponibile di 15.400 euro, 75 euro per la fascia sui 20.000 euro, fino a 57 euro per quella intorno ai 23.600 euro. Ma c'è chi storce il naso e ne approfitta per attaccare. «È la solita bufala pubblicitaria. Si sta spacciando come un miglioramento o una gratifica natalizia il conguaglio di pochi euro già da tempo dovuto ai pensionati» tuona l'ex ministro del Lavoro, Tiziano Treu. Anche per Morena Piccinini, segretaria confederale della Cgil, «non si tratta di regalo, bensì di un rimborso tardivo di deduzioni fiscali già previste che, anzichè essere attribuite nel corso dell'anno, sono state spostate sulla tredicesima mensilità». Per quanto riguarda la riforma del sistema previdenziale, il ministro delle Politiche agricole e forestali, Gianni Alemanno, afferma che «è giunto il momento di mettersi tutti attorno a un tavolo per vedere se e come può essere migliorata questa riforma di cui si parla da anni». Anche il ministro per le Politiche comunitarie, Rocco Buttiglione, sostiene la necessità di un confronto: «Credo che i sindacati vadano convocati, ma loro devono fare una proposta». Il segretario dell'Udc, Marco Follini, si mostra scettico sul ricorso alla fiducia nella riforma delle pensioni. «Ho incontrato il ministro Maroni che mi sembra orientato diversamente - spiega Follini -. Credo che la volontà politica di intervenire su una materia così delicata richieda anche una grande attenzione al dialogo e alla coesione sociale». Da parte sua, Bruno Tabacci, presidente della commissione Attività produttive della Camera, si augura che in tema previdenziale «si avvi un dibattito in Parlamento senza ricorrere al voto di fiducia».

Dai blog