Assedio dei girotondi alla legge Gasparri
Visioni preventive delle puntate e ultima decisione lasciata al CdA. Una responsabilità subito respinta dall'Annunziata che replica dagli Usa, (ma il 3 dicembre è convocata a San Macuto): «La questione passi in Vigilanza, caro dg, abbiamo letture completamente diverse sul caso». Traduzione: non voglio che il 2 dicembre si decida nulla in Consiglio, prima che io vada il 3 in Commissione. Insomma, SuperCattaneo potrebbe uscir vincitore dalla vicenda Raiot, prima di tutto perché l'unico che non è stato sbeffeggiato dalla samurai Guzzanti, infatti, annusando fin dall'inizio aria di «caso politico», ha visto bene di lasciar la responsabilità al direttore di RaiTre Ruffini che si è trovato tra due fuochi e alla fine è stato massacrato da tutti gli schieramenti politici e pure dalla stessa Kill Guzz, che si è divertita a triturare il consigliere Rumi ma soprattutto la presidente che secondo i maligni non viene più considerata «di garanzia» dalla sinistra che va dai girotondini morettiani fino a Rutelli. E così ieri il dg ci ha fatto sapere che ama la satira «ma non i comizi», anzi «tantomeno i comizi che si tirano appresso, a spese dell'azienda di cui sono responsabile, azioni legali di risarcimento che possono risultare pesanti». Cattaneo sottolinea ancora la libera responsabilità di Ruffini, infatti «nessuno di noi sapeva niente del rinvio da lui annunciato inizialmente. Paolo Ruffini può commettere errori - dice il dg - come tutti, ma è un professionista leale verso l'azienda». Ma è proprio la testa di Ruffini ad esser ora in serio pericolo, dopo che lo show all'Auditorium gli ha fatto terra bruciata anche a sinistra. E c'è sempre un Giovanni Minoli che aspetta di tornare alla direzione di RaiTre. Per Cattaneo inoltre «è chiaro a tutti che in quello show c'era dell'altro, c'era l'ambizione di trasformare in un caso militante una ordinaria satira». Nella lettera al presidente il dg avrebbe spiegato che, dopo aver acquisito le relazioni di Raitre e dell'ufficio legale sulle prossime puntate, farà una sua relazione ma che prenderà una decisione sulla messa in onda solo dopo aver portato tutto in CdA, che tornerà a riunirsi il martedì 2 dicembre. La presidente ha risposto subito con un'altra lettera in cui prende atto che vi sono delle «letture completamente divergenti» tra lei e il dg e annunciando che, date «le implicazioni politiche così più ampie del campo gestionale» dell'azienda, ha deciso di portare la vicenda in Parlamento. Ed è proprio il presidente della Vigilanza Petruccioli a ributtare stavolta la responsabilità su Ruffini: «Le responsabilità maggiori devono essere quelle del direttore di rete. Altrimenti che ci sta a fare?». Contro l'Annunziata insorge a questo punto Giorgio Lainati di Fi: «La commissione di Vigilanza Rai non è lo sfogatoio delle polemiche personali e politiche della presidente della televisione pubblica Lucia Annunziata». Secondo Lainati inoltre «siamo in presenza di una assurda polemica, riferita ad un brutto e mediocre programma, presuntivamente di satira, che sta diventando l'emblema dei girotondini, esattamente come la bandiera rossa di Che Guevara e Fidel Castro». Diverso il punto di vista del segretario dell'Udc Follini trova che il programma sia un tale esempio «di retorica politica» che «mandarla in onda sia stato uno straordinario regalo al centro-destra». Perché non continuare dunque? A Cattaneo si rivolge il leader del Prc Bertinotti affermando che «è urgente che le opposizioni intervengano chiedendo un incontro urgente con il direttore generale della Rai». E la Guzzanti che fa? Lavora ad una nuova puntata su Previti e legge Gasparri.