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Pensioni, la riforma riprende la marcia al Senato

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Pezzotta (Cisl): tanta fretta è per coprire i buchi, faremo la nostra proposta quando saremo pronti

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Non servirà mettere la fiducia - aggiunge - luogo perché la compattezza della maggioranza è tale da non renderla necessaria e perché al Senato i tempi sono più rapidi. Di fronte all'ostruzionismo, infatti, si può calendarizzare la delega per l'Aula senza aspettare che la commissione abbia concluso l'esame degli emendamenti». Quanto ai sindacati, Maroni dice: «Se faranno una proposta capace di dare lo stesso risultato finanziario e contemporaneamente di individuare meccanismi che garantiscano l'aumento effettivo dell'età pensionabile (stabilizzando così la spesa pensionistica sul Pil almeno dello 0,7%), noi la accoglieremo. In caso contrario la compattezza della maggioranza è tale da consentirci di andare avanti senza problemi». Riguardo alla proposta dei sindacati di separare la previdenza dall'assistenza Maroni osserva che «è cosa buona e giusta ma è già prevista dalla delega e non può rappresentare un'alternativa all'emendamento del governo. Siamo pronti a riaprire il dialogo - ribadisce - solo di fronte ad una proposta organica che consegua gli obiettivi dell'innalzamento dell'età pensionabile e della riduzione della spesa. Il ministro affaccia anche un'ipotesi di tecnica dilatoria da parte del sindacato. «Pare - dice - che una parte del sindacato voglia guadagnare tempo sperando che l'avvicinarsi delle scadenze elettorali del 2004 faccia accantonare la riforma. E invece no. Sarà approvata in tempi rapidi. Mi auguro comunque - auspica - che ci sia la disponibilità del sindacato a confrontarsi. Se invece persiste nell'atteggiamento dilatorio non cadremo in questo tranello». Infine sui «capitoli» più delicati della delega che non sono contemplati dall'emendamento, Maroni osserva: «Decontribuzione e conferimento del Tfr ai fondi sono le uniche questioni su cui conosciamo le posizioni del sindacato. Su questo prenderemo una decisione nel caso in cui riparta il confronto». I lavori parlamentari sulla delega previdenziale sono cominciati in commissione Lavoro della Camera il 14 gennaio 2002. Montecitorio ha approvato il provvedimento il 27 febbraio 2003,accompagnata da polemiche e contestazioni dei sindacati. Maroni dette la sua disponibilità al dialogo in vista del nuovo esame a Palazzo Madama,. chiarendo anche però la sua determinazione a superare ogni ostacolo pur di segnare la meta: far decollare la previdenza complementare e allungare l'età pensionabile rendendo finanziariamente sostenibile il sistema negli anni a venire. Al Senato la riforma è stata assegnata il 6 marzo 2003 alla commissione Lavoro, ma ha fatto pochissima strada. Durante le lunghe attese però non si sono raggiunte soluzioni di compromesso. I sindacati hanno attuato uno sciopero generale il 24 ottobre scorso. Il varo di un emendamento del governo non ha soddisfatto i sindacati. Il governo, ha detto il segretario generale della Cisl Savino Pezzotta, «ha fretta di fare la riforma delle pensioni non per far funzionare meglio il sistema ma solo per coprire dei buchi. Non siamo noi che stiamo perdendo tempo. Troppo comodo - ha osservato - parlare di gioco delle parti del sindacato quando il governo ha impiegato quasi due anni per preparare la sua proposta, peraltro sbagliata». Da parte del sindacato non c'è nessuna volontà di voler affrontare la questione superficialmente: «Appena siamo pronti presenteremo la nostra controproposta, nei modi e nei temo che riterremo giusti - ripete il segretario Cisl - Il governo però sappia che il sindacato su questo fronte è compattissimo. Se sono compatti loro dopo aver fatto un brutto intervento sulle pensioni, figuriamoci quanto possiamo essere compatti noi n

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