Nel mirino il direttore Ruffini e il consigliere Rumi. Fassino, Rutelli e Bertinotti solidali con l'attrice
E davanti al popolo dei girotondi (alquanto arrabbiato di essere in gran parte rimasto fuori a guardare il maxischermo dell'Auditorium, dove sono entrate solo 2.700 persone in gran parte vip)ha preso per i fondelli non solo Berlusconi, Israele, il consigliere Rai Giorgio Rumi, il direttore di RaiTre Ruffini, le sentenze Previti e Andreotti, il ministro Gasparri, D'Alema, Ferrara e l'Annunziata, ma anche il presidente della Repubblica Ciampi, che secondo suo fratello Corrado, «firma tutto quello che c'è, perché pensa che siano ancora cambiali». Nel Raiot presentato ieri nella sala Santa Cecilia (c'erano da Epifani alla Melandri, passando per Giulietti, Falomi, Santoro, Cosatmagna, Scola, Maselli, Colombo, Flores d'Arcais e Maria Luisa Busi in dolce attesa accompagnata da Chartroux del Tg3) la Guzzanti oltre a dar sfogo alle invettive politiche di rito si è voluta soprattutto togliere il piacere della vendetta, aggredendo chi ha «osato» interrompere il Raiot alla prima puntata. Nonostante questo, però nel suo complesso, lo spettacolo, ha avuto momenti migliori rispetto al suo omologo televisivo andato in onda su RaiTre. Forse grazie ai tanti interventi come quello muiscale di Fiorella Mannoia e Nicola Piovani o alla satira di Rosalia Porcaro e dello stesso Corrado Guzzanti. La performance più applaudita? Sempre la parodia-tormentone della presidente Annunziata che «conosce sei lingue ma non ne parla nessuna» e «non sa perché ha firmato l'ultima delibera del CdA». Il «varietà di protesta» che la Guzzanti ha venduto ieri ai trentamila fuori dall'Auditorium e ai suoi fan che hanno seguito lo show dalle 150 Tv locali collegate è comunque un «Raiot» riveduto e corretto sempre da Travaglio, Maltese e Salerno. Dopo l'annuncio choc del capopopolo dei girotondi Gianfranco Mascia («Si tratta della più grande manifestazione mediatica autoconvocata della storia»), l'applauso all'aspirante leader (ma di che?) Michele Santoro, parte la sigla di Raiot. «Stasera Raiot non andrà in onda su RaiTre dopo le 23, ma in prima serata in questo teatro», dicono le due finte annunciatrici. E si parlerà di giustizia. «Io difendo sempre la libertà, ma non la condivido affatto. Viva il Maresciallo Rocca» apre Sabina-Annunziata». Poi arriva la vera Sabina che finge di essere pentita per la vicenda: «Se fossi ancora quella di due ore fa, mi chiederei: come mai l'Italia è l'unico paese che va in guerra e gli italiani non lo sanno?» Poi attacca il Cda e Rumi in particolare: «Capisco quelli di Forza Italia. Ma Rumi, che è un cattolico, ci poteva arrivare con la sua testa». Se la prende anche con Ruffini: «Ha detto che preferisce morire per Ballarò piuttosto che per Raiot. Ma con tutta la buona volontà è proprio difficile morire per Ballarò». AL vetriolo le battute su Ferrara con cui ha litigato due giorni fa: «Sembra l'alter ego di Platinette. Bisognerebbe dirgli: sei solo grasso, ma non fai capoluogo». Interviene poi Beppe Grillo, in collegamento telefonico da Milano: «Manifestate contro la censura? dovreste manifestare al contrario, perchè la censura è utile, sviluppa la creatività».. Poi è la volta dell'applauditissimo Corrado Guzzanti in uno sketch da «Fascisti su Marte». «Il Duce fece presto a varare la riforma delle tv: tre canali al regime, 4 al fascismo e gli ultimi due liberi con forti disturbi elettromagnetici. E non sperate nel piccolo Vittorio Emanuele Ciampi perchè firma tutto, forse pensa che siano ancora cambiali». A questo punto Guzzanti-Berlusconi duetta con la Dandini, ma poi Sabina si trasforma in D'Alema, che fa autocritica: «L'errore più grave? vendere il palazzo di Botteghe Oscure appena tre mesi prima che il mercato di Roma salisse alle stelle. Mi accusano di tante cose, anche di cinismo. Bisogna fare qualcosa. Ci penso spesso, quando sono al timone della barca a vela, ma poi quando mi chiamano per il pranzo smetto...» Dopo l'intervento di Paolo Rossi e il filmato di Dario Fo e Franca Rame, tocca ancora a Sabina che attacca il premi