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Sabina si vendica col «girotondo» all'Auditorium Finisce in tribunale la trasmissione della Guzzanti. Luttazzi, Rossi e Santoro ad applaudirla

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Viale Mazzini ha sospeso il suo comizio politico a puntate? Niente paura. Guzzanti chiama a raccolta il mondo dei girotondi anti-Rai e degli pseudo-sovversivi catodici e come una vera Kill-Guzz (Tarantino ci perdoni) sparerà la sua protesta-show dal palcoscenico-tribuna dell'Auditorium della Musica di Roma con messa in onda contemporanea da venti teatri italiani e via satellite su Emili.tv. E stasera si prevedono non solo Corrado Guzzanti, Daniele Luttazzi e Dario Fo, Paolo Rossi, Serena Dandini, Fiorella Mannoia, Nicola Piovani, Francesco Paolantoni, Neri Marcorè, David Riondino, Roberto Herlitzka, Francesca Reggiani, ma sicuramente non mancheranno anche Michele Santoro e Marco Travaglio. Mentre la Guzzanti (che ieri sera su La7 ha avuto un rovente match con Giuliano Ferrara) affila la sua «katana» pensando di fare a fette tutto il CdA Rai più il dg e gran parte dei politici di governo, il presidente Annunziata, dagli States, chiede al dg di risolvere in fretta la faccenda, e agli autori «a presentare al più presto almeno una puntata». Poi però, lancia una quasi minaccia al CdA, avvertendo che «se Raiot non dovesse andare in onda, riaprirò dunque l'intera vicenda: un conto è chiedere l'applicazione di regole aziendali, altro è la censura». Insomma, Kill Guzz ha una quasi alleata. Petroni, Rumi e Alberoni però non ci stanno e replicano che la delibera approvata all'unanimità è «chiarissima». In sintesi dicono: «Si registrino tutte le puntate in modo da vedere se vi sono rischi di rilevanza civile e penale». Per l'Annunziata, a questo punto, è scontro aperto: ciò «porta dritto dritto alla chiusura di Raiot - conclude - Direttore Generale che Consiglieri si assumano le loro responsabilità». In realtà, però mentre la presidente nega trattative, Cattaneo e Ruffini hanno proposto alla produzione di registrare almeno due puntate alla volta per farle visionare una settimana prima. Un tentativo di mediazione già fallito perché la Guzzanti è contraria. Insomma, la guerra su Raiot non è finita. Anzi. A complicare la vicenda sono arrivate le denunce degli inserzionisti come la Procter&Gamble che smentisce i dati forniti dalla Guzzanti. Anche i rapporti fra azienda e produzione sono ormai in mano agli avvocati: la Rai ha precisato che, in base al contratto, Studio 1 ha l'obbligo di realizzare il programma ma non il diritto alla sua diffusione. Paradossalmente infatti nello studio 2 della Dear di Roma, è tutto pronto per una eventuale (e improbabile) messa in onda del programma, al quale «mancherebbero solo i monologhi della Guzzanti sull'attualità». Proprio quelli che anche l'Osservatore Romano ieri ha stigmatizzato come «comizi urlati senza sfumature» e e che l'onorevole La Russa vuole visionare in Vigilanza prima della'audizione dell'Annunziata.

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