NEL CENTROSINISTRA NASCE ALLEANZA POPOLARE
Martinazzoli e Mastella uniti nel segno della Dc
I giornali, nei giorni scorsi, li avevano definiti «la strana coppia» e Mastella ha accettato il gioco: «Questa è la nostra giornata particolare», dice alludendo al film di Scola che narra l'improbabile incontro tra una Sofia Loren-casalinga frustrata e un Marcello Mastroianni-speaker gay cacciato via dall'Eiar e sulla via del confino. La giornata è stata ben preparata e nasce da lontano, da un accordo siglato prima dell'estate e sancito dalla presenza di Martinazzoli alla festa dell'Udeur a Telese, in settembre. La divisione dei compiti ha funzionato. Martinazzoli ha telefonato a tutti gli ex popolari che nel 2001 non sono stati candidati nella Margherita, e i risultati si vedono in sala. C'è l'ex ministro Michele Pinto, l'ex sottosegretario diniano Nenè Mangiacavallo. Ma ci sono anche persone insospettabili, come l'ex deputato leghista piemontese Paolo Franzini-Tibaldeo. Ci sono poi alcuni bei nomi, come quello dell'ex ministro Gianni Fontana, convinto all'avventura da Pino Pisicchio, capogruppo Udeur alla Camera. Ovviamente il grosso della platea è di ex Dc: Giovanni Galloni, Michelangelo Agrusti (che è stato anche coordinatore provinciale di FI a Pordenone), Lorenzo Acquarone, e alcuni intellettuali d'area come Mario Tesini, Pietro Perlingieri, Ferruccio Marzano. Nè mancano alcuni giovani rampanti del centrismo, come Stefano Pedica, segretario dell'Cde, o Mario Adinolfi leader di Democrazia diretta, entrambi delusi dell'esperienza di Democrazia europea di D'Antoni. Si parte con le relazioni dei «professori», poi intervengono i politici che hanno deciso di fare il gran passo con Alleanza Popolare. Le parole d'ordine sono condivise: bipolarismo sulla via del tramonto, popolarismo tradito dalla Margherita e dal futuro Partito riformista di Prodi, voglia di riconquistare il centro. «Pur constatando la straordinaria novità di questo tempo politico - sintetizza Martinazzoli - non credo ci sia bisogno di abiurare le idee antiche. Testardamente penso che il seme del popolarismo possa avere un compito e dare frutti». Michele Pinto parla dell'ex segretario della Dc come di un «profeta». «Noi - ha detto Mastella - ci attrezziamo a recuperare i voti del centro, del ceto medio, recuperando quella tradizione cattolico-democratica che è stata lo stile e la moralità su cui si è costruito per tanti anni il governo del Paese. Ci riusciremo? Questa è una scommessa che vivremo assieme».