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Insieme nelle Sinagoghe contro la paura

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Pieno successo, al di sopra di ogni parte, dell'iniziativa lanciata dopo gli attentati a Istanbul

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Questa la risposta all'intolleranza e alla paura, costruita e vissuta ieri con l'iniziativa «Sinagoghe aperte» in tutta Italia. Nella giornata del sabato in tutte le principali le porte dei luoghi di culto, che molti hanno visto per la prima volta, si sono spalancate per accogliere, credenti e atei, cattolici ed ebrei, musulmani, semplici cittadini e politici. L'iniziativa, lanciata dopo gli attentati a Istanbul dal giornalista Gad Lerner e fatta propria da Dino Boffo direttore del giornale dei vescovi italiani l'Avvenire, ha avuto successo pieno e ampia partecipazione. I 30 morti e i 450 feriti dei due attentati di Instanbul, come già per i 19 caduti di Nassiryia, vittime dello stesso terrorismo globale, per un'intera giornata, hanno ricevuto un estremo corale saluto, in nome dell'antisemitismo e del diritto alla fede. Ascoltando la lettura della Bibbia, che - come ha detto il segretario dell'Udeur, Clemente Mastella, in visita al Tempio maggiore della capitale - «è un patrimonio comune», i presenti - politici, religiosi, cittadini - hanno avuto modo di riflettere ed esprimere la propria solidarietà. «L'unica difesa contro un pericolo comune - dice Tullia Zevi che è stata presidente dell'Unione delle comunità ebraiche - è la solidarietà. Se le religioni diventano un ostacolo - aggiunge - non si ha dialogo. Vorrei parlare semplicemente di esseri umani impegnati in un dialogo comune per la ricerca della pace». Da Bologna, la sua città natale, il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini ha assistito alla lettura della preghiera e commenta: «La comunità ebraica è la nostra comunità. Essere qui è il segno di quanto noi amiamo, apprezziamo e seguiamo la comunità ebraica che è parte della nostra storia e della nostra tradizione. È importante che le istituzioni partecipino a questa giornata perché è così che si isola il terrorismo». A Modena, a Venezia, a Trieste, a Genova, a Napoli, Milano, Torino, Firenze, a Livorno (dove la liturgia è stata seguita anche dalla vedova del maresciallo Enzo Fregosi, ucciso a Nassiriya). A Firenze il presidente della regione, Claudio Martini e il sindaco, Leonardo Domenici, sono stati accolti al tempio Farini dal presidente della comunità locale, Guido Fink. A Milano, dove alla liturgia hanno preso parte, fra gli altri, anche gli stessi Lerner e Boffo, ha reso omaggio alla comunità ebraica il portavoce dell'Unione delle comunità e Organizzazioni islamiche in Italia, Ali Schuetz. Il sindaco Albertini lasciando la sinagoga ha detto: «sono qui in segno di amicizia e condivisione e per il desiderio di costruire un mondo più tollerante». Formigoni, lontano da Milano, parla di «fratelli ebrei, parte della stessa storia». E il rabbino capo di Milano, Giuseppe Laras, di «una giornata speciale». Da Venezia gli fa eco Amos Luzzatto, il presidente dela comunità ebraica italiana, alla sinagoga con il prosindaco Gianfranco Bettin e la parlamentare Luana Zanella.«Abbiamo assistito ad un atto splendido di solidarietà». Galan, presidente del Veneto, sostiene che «chi colpisce una sinagoga, una moschea, una chiesa colpisce il nostro bene più prezioso: la possibilità di vivere nel rispetto della fede di ognuno». Arturo Parisi, il ministro Gasparri, Mons. Fisichella, Fassino, Pecoraro Scanio, Luigi Manconi, il vice-sindaco di Roma Maria Pia Garavaglia, Adolfo Urso e Andrea Riccardi della comunità di sant'Egidio fanno giungere da Roma il loro messaggio di solidarietà; Bassolino, e Alessandra Mussolini da Napoli. Francesco Rutelli con Violante da Torino.

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