Fuori da An l'on. Serena per un video di Priebke
La cosa ha suscitato immediate e forti proteste, e il leader del partito e vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, ha chiesto al capogruppo Gianfranco Anedda l'espulsione dal gruppo dello stesso Serena. Anedda ha disposto l'immediata sospensione dal gruppo parlamentare di Serena. Successivamente si è appreso che Serena è stato espulso dal partito. In An, sostegno senza riserve alla reazione del vicepremier, sia fra i deputati (la Mussolini ha anche detto che forse si è trattato di una «polpetta avvelenata» contro il leader in prossimità del suo viaggio in Israele) che fra gli esponenti maggiori (Storace ha definito il gesto dell'on. Serena «disgustoso, condivido l'atteggiamento del presidente Fini»). Da sinistra proteste a raffica, e anche di fronte all'immediato provvedimento preso da Via della Scrofa sono stati avanzati dubbi sulla «persistenza» nel partito di Fini di posizioni inaccettabili. Soddisfazione è però stata espressa dalla Comunità ebraica di Roma. «Avevamo sollecitato un provvedimento contro Serena - spiega il portavoce della Comunità Riccardo Pacifici - La scelta di Fini, di chiederne l'espulsione e dunque di stigmatizzare determinate scelte, testimonia dell'affidabilità del percorso intrapreso dal presidente di An. Il partito di Fini si inscrive così a pieno titolo nella destra europea». Serena si presenta nel tardo pomeriggio in Sala stampa di Montecitorio, dopo essere stato espulso dal partito e spiega che ha mandato quella videocassetta «perché trovo ingiusto che stia in galera un signore di novant'anni. Non guardo a quello che ha fatto nella sua vita. È chiaro che se è in carcere non è un sant'uomo. Faccio una battaglia di principio». «Ho chiesto - spiega - la liberazione anche di Gaston Armand Amaudruz, che disse che le camera a gas non erano esistite. Ma questo non vuol dire che anche io la pensi così, tutt'altro». E al giornalista che gli chiede se ha una particolare preferenza per nazisti e affini, «assolutamente no - risponde - Ho fatto la stessa battaglia anche per Sofri. E ancora prima per la liberazione della Baraldini. E ho fatto altre battaglia di questo genere con l'Arci. Non guardo ai reati e tantomeno al colore politico. E anche altri la pensano come me». Quanto al perché ha diffuso quella cassetta proprio a pochi giorni dalla visita di Fini in Israele, dice che «è solo una coincidenza. Avevamo preparato questa iniziativa da molto tempo». E sul fatto che sia d'accordo o no con quel viaggio, «no, ma che cosa c'entra?» risponde.