Scandalo Eurostat, Solbes sapeva. E Prodi?
sapevano tutto. Mentre al Parlamento Europeo, i vertici della Commissione Europea hanno dichiarato di non sapere un bel nulla, di avere avuto la loro fiducia carpita dai dirigenti dell'Eurostat che non li avrebbero mai informati della situazione dell'istituto (l'acronimo indica la direzione generale della Commissione Europea responsabile per l'analisi statistica), nonché delle società ed associazioni senza fini di lucro ad esso collegate. Questo è il punto chiave che si ricava dall'analisi di un memoriale di diverse decine di pagine presentato alla Commissione Controllo di Bilancio del Parlamento Europeo dai legali dei due dirigenti dell'Eurostat, il direttore generale Yves Franchet ed il Direttore Daniel Byk accusati di non avere operato in modo trasparente e di avere omesso di informare il Commissario Pedro Solbes sulla rete di società ed associazione di servizio che operavano, da anni, per conto dell'Eurostat. Il documento contiene dati molto puntuali. Il 14 marzo del 2000, - afferma Franchet - nella sua funzione di Direttore Generale dell'Eurostat non solo ha inviato un'informativa dettagliata a Solbes ma ha avuto avuto un lungo incontro con il Capo di Gabinetto di quest'ultimo, Planas, per avvertirlo di aspetti di alcune operazioni tali da suscitare perplessità; secondo la documentazione in possesso de Il Tempo, Planas avrebbe rassicurato Franchet e lo avrebbe consigliato di continuare sulla strada intrapresa da anni ove non da lustri , dando la massima collaborazione all'Olaf (sigla che indica l'ufficio di controllo interno dei servizi della Commissione Europea). Nel luglio 2000, sempre secondo i documenti in possesso de Il Tempo Franchet avrebbe fornito una documentazione completa in inglese a Solbes (che pare abbia maggiore dimestichezza con la lingua di Shakespeare che con quella di Racine) su tutte le questioni relative alle società ed associazioni collegate ad Eurostat e dato istruzioni al servizio di verifica contabile dell'Eurostat di inviare a Solbes copia di tutte le carte che avevano od avrebbero mandate all'Olaf. Solbes, quindi, erano informato nei più piccoli dettagli; è possibile che, dato che Prodi si era impegnato di fronte al Parlamento Europeo, di avere "tolleranza zero" nei confronti del più piccolo sgarro, non lo avesse, a sua volta, mai ragguagliato su quanto bolliva in pentola? Il servizio di verifica interna dell'Eurostat (risulta da altre parti della documentazione) era stato istituito dallo stesso Franchet, nella sua veste di direttore generale, nel 1996 quando, nei corridoi della Commissione Europea, cominciavano a circolare avvertimenti sulle malversazioni che avrebbero portato, nel 1999, al dimissionamento (da parte del Parlamento Europeo) della Commissione Europea presieduta da Jacques Santer, alla nomina di Romano Prodi alla guida di una Commissione Europea in gran parte rinnovata ed all'impegno di "tolleranza zero". Dalla documentazione presentata dai legali di Franchet e Byk non solo sarebbero stati tutti di manica molto larga ma si sarebbe essenzialmente proseguito sul terreno tracciato sin da quando, più di 40 anni fa, è stato istituito l'Esecutivo comunitario. La Commissione soffre cronicamente non solamente di mancanza di organico (i "posti" vengono autorizzati con il contagocce dal Consiglio dei Ministri degli Stati dell'Unione Europea, Ue) ma è soprattutto priva di organico specializzato: seguendo la tradizione franco-tedesca, i concorsi vengono fatti per generalisti in possesso di lauree giuridiche ed economiche non per gli specialisti (in statistica, metodi quantitativi, agricoltura, trasporti) necessari per fare funzionare la macchina burocratica di Bruxelles e Lussemburgo. Per questo motivo, ha sempre fatto ricorso all'outsourcing. Alla grande. Tra le carte presentate dai legali di Franchet e di Byk c'è un'appassionata difesa di quanto fatto, con poche risorse, per consentire all'Eurostat di svolgere i nuovi compiti istituzionali attribuitigli, nel campo del monitoraggio del Trattato di