La maggioranza si prepara alle riforme istituzionali
In primo piano la legge elettorale per le europee, tema legato alla questione della lista unica, e devolution e federalismo sui quali la Lega continua a premere. Alla riunione, infatti, è prevista la presenza anche dei ministri per gli Affari regionali, Enrico La Loggia, e dell'Economia, Giulio Tremonti. Nell'attesa, ieri da Bossi non sono giunte ulteriori minacce di far saltare tutto in aria in mancanza delle «sue» riforme. Il vicepresidente leghista del Senato Calderoli comunque ha chiesto che le riforme istituzionali vengano «incardinate» nell'aula di Palazzo Madama prima di Natale. In questo modo Calderoli è andato oltre le più ottimistiche previsioni dello stesso presidente azzurro della commissione Affari costituzionali, Andrea Pastore. Qualche perplessità è stata invece espressa tra le righe dal relatore Francesco D'Onofrio, il quale vorrebbe sentirsi più sostenuto dalla sua stessa maggioranza: «Farò la mia parte, ma voglio sentire - ha detto ai giornalisti il capogruppo dell'Udc - la voce di tutti. Voglio che mi dicano con chiarezza fai così». Quanto al ministro Rocco Buttiglione, spesso bersaglio degli attacchi del senatùr, ha rassicurato Bossi sull'iter parlamentare delle riforme istituzionali, ma non ha rinunciato a prenderlo un pò in giro: «A noi gli ultimatum non piacciono, anche se in questo caso si tratta di un penultimatum». Sul fronte delle opposizioni sono intervenuti i capigruppo di Palazzo Madama. Per Gavino Angius (Ds), Berlusconi sta commettendo un «tragico errore»: avrebbe messo «troppa carne al fuoco» in un momento politicamente complesso per la maggioranza, chiamata ad una verifica a gennaio. Angius a ogni buon conto ha respinto qualsiasi ipotesi di collaborazione tra i due poli e ha parlato di «finte riforme bipartisan, non condivise dal centrosinistra, una manfrina assai poco seria».Elisabetta Alberti Casellati, vicepresidente del gruppo di Forza Italia, ha subito replicato: «È facile pensare che ad Angius risulti indigesta la "troppa carne a cuocere" della maggioranza, visto che i governi di centrosinistra ci hanno abituati alla dieta di idee e di contenuti». Willer Bordon, presidente dei senatori della Margherita non ha voluto fare previsioni su un possibile ostruzionismo: «Non so, vedremo come opporci - ha detto ai giornalisti - a queste scellerate proposte dell'esecutivo. Di una cosa però sono sicuro: a fare il vero ostruzionismo ci penseranno gli elettori in primavera».