Dopo Moro, fondi Iri, Telekom Serbia ancora una volta è all'oscuro di tutto
L'Oxford Dictionary fornisce una definizione più qualificata se l'istituto viene utilizzato nei confronti di un uomo politico: il termine viene impiegato soprattutto quando l'accusa è il "tradimento". E' difficile prevedere come il Presidente della Commissione Europea, Romano Prodi, criticato appena una settimana fa dal Parlamento Europeo per ingerenze nell'agone politico italiano (contro il Governo in carica in una fase in cui l'Italia ha l'onere di presiedere gli organi dell'Unione Europea, Ue), possa rispondere al documento presentato dai legali dei dirigenti dell'Eurostat. E' un documento lungo e complesso che Il Tempo ha passato al setaccio. Dalle decine e decine di pagine si ricava che il Commissario Pedro Solbes era informato, nei minimi dettagli, almeno sin dal 14 marzo 2000 dei problemi relativi all'Eurostat ed alla rete di società ed associazioni senza fini di lucro ad esso collegate. Se Solbes sapeva tutto, è improbabile che Prodi non conoscesse neanche le grandi linee della questione. Non a ragione del teorema dipietrista secondo cui "non poteva non sapere" ma in quanto si era alle prese con un problema strutturale endemico (da sempre) dei servizi della Commissione. Anche ove Prodi fosse stato così "der reine tor" (il "puro folle", innocente come Parsifal), ossia ignaro di quanto avveniva nella Commissione da lui presieduta, avrebbe errato nel prendere le difese di Solbes di fronte al Parlamento Europeo. Ad un'interpretazione rigorosa, si potrebbe sostenere che avrebbe mentito al Parlamento almeno due volte impegnandosi, nel 1999, ad una "tolleranza zero" che non c'è stata e, nel 2003, ponendo tutte le responsabilità sui tecnici dell'Eurostat mentre l'organo politico non solo era al corrente ma (secondo i documenti presentati) incoraggiava la prassi. Se così fosse ce ne sarebbe abbastanza per un "impeachment". L'"impeachment" formale, però, non ci sarà. Mettere ora nei guai la Commissione Prodi (dopo che per molto meno è stata licenziata la Commissione Santer) vorrebbe dire aprire una crisi istituzionale irreparabile nell'Ue, proprio quando si sta negoziando il Trattato che dovrebbe essere la base della "Costituzione" dell'Unione e mentre dieci nuovi Paesi stanno per entrare nel club. Se Prodi non saprà o non potrà rispondere puntualmente ai documenti all'esame del Parlamento e si trincererà dietro la complicata congiuntura politico-istituzionale dell'Ue, resterà l'ancor più pesante "impeachment" morale. I lettori de Il Tempo sanno che questo "chroniqueur" ha visioni del mondo molto differenti da quelle di Diliberto, di Cossutta, di Bertinotti, ma non ha mai messo in dubbio integrità e buona fede di nessuno di loro. Potranno, dopo l'"affare Eurostat", prendere Prodi a loro leader? Potrà farlo Di Pietro con la sua "Italia dei Valori"? Potranno turarsi il naso ancora una volta di fronte all'"uomo che non sapeva niente" (dal caso Moro, ai fondi neri Iri, a Telekom Serbia, all'Eurostat) unicamente perché i sondaggi effettuati per conto della Fondazione Italiani-Europei affermano che per il momento è il solo candidato potenziale del centro-sinistra in grado di battere il "super-mostro Berlusconi"? Cosa diranno ai loro elettorati?