«Una sola voce nell'Ue»
Turchi: la politica estera comune è troppo debole
Franz Turchi (An), vice presidente della commissione Bilanci al Parlamento europeo, è stato il promotore del convegno «La nuova Europa: quale sviluppo, quale futuro?». Onorevole, in quali campi bisogna premere di più sul tasto dell'integrazione in Europa e in quali, invece, va conservata l'identità nazionale? «L'integrazione va raggiunta in tre settori importanti: la politica estera (serve una voce sola per tutta l'Ue), la difesa (occorre un esercito europeo), l'economia (per cercare di identificare politiche comuni). Vanno invece salvaguardate la nostra storia, la cultura e le religioni». Si riuscirà a far inserire le radici giudaico-cristiane nel preambolo della Costituzione europea? «Il dibattito è ancora aperto. Tutti devono mettersi una mano sulla coscienza. Comunque la bozza della Costituzione avrà un dato di riferimento cristiano, che è la data: Anno Domini». Dove devono arrivare i confini della Grande Europa? «Mi affascina molto vedere quali saranno i futuri equilibri nell'Ue, ma oggi è molto difficile. La presenza di Israele sarebbe ancor più importante della Russia, ma ciò è ancora lontano. Chi entra deve comunque rispettare i criteri di democrazia che vengono chiesti a tutti gli Stati membri». Come giudica il ruolo dell'Ue nella questione mediorientale? «Nella road map vedo la debolezza della politica europea, che negli ultimi anni è stata vista solo come la possibilità di avere soldi. Con il miliardo di euro dati all'Anp dal '99 ad oggi l'Europa sta facendo una netta scesa in campo. Credo che bisognerà riequilibrare il rapporto per avere un peso nelle trattative mediorientali».