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Ciampi: «Continuiamo a costruire la pace» «Siamo d'accordo per accelerare il cammino verso un governo iracheno con pienezza di poteri»

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Non è una visita di protocollo, quella del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi a George W. Bush, alla Casa Bianca. Il Capo dello stato ha avuto una conversazione «franca» con il presidente americano. Vale a dire che non gli ha risparmiato puntualizzazioni e critiche, per il tremendo prezzo che gli italiani hanno pagato a Nassiriya per la loro opera umanitaria. Trentacinque minuti in tutto, nello Studio Ovale, nei quali Ciampi ha ribadito e sottolineato le specificità della posizione italiana per quanto riguarda gli interventi militari all'estero: aiutare, ricostruire, non occupare. «Questa è l'identità della Repubblica Italiana: costruire la pace, risolvere le situazioni post-conflittuali. Lo abbiamo fatto e lo facciamo in molte parti del mondo». Bush ha definito Ciampi uno «stretto amico» che «è arrivato in un momento in cui la sua nazione piange la morte dei suoi figli», che il presidente Usa ringrazia per il loro sacrificio: «E voglio ringraziare l'Italia», ha aggiunto il presidente Usa, «per avere compreso che un Iraq pacifico e libero sarà un vantaggio per tutto il mondo». Bush ha confermato a Ciampi che ci sarà un cambiamento di tattica, «perché i nostri nemici hanno cambiato la loro». Il che non signfica però andarsene: «Resteremo in Iraq fino a quando sarà necessario, fino a quando il lavoro di rendere l'Iraq libero e pacifico non sarà finito». Anche su questo punto, però, Ciampi ha le idee chiare e le dice: «Dobbiamo agire nell'ambito delle istituzioni internazionali alla cui creazione gli Stati Uniti hanno dato un contributo fondamentale: le Nazioni Unite. Dal canto suo, l'Italia continuerà a combattere con determinazione il terrorismo internazionale». E alla fine spiega ai giornalisti: «Io e il presidente Bush ci siamo trovati d'accordo sull'obiettivo di accelerare la piena attuazione della risoluzione 1511 dell'Onu. Essa stabilisce un tracciato al processo politico iracheno per costruire un governo con pienezza di poteri». Il presidente italiano parla senza peli sulla lingua, tanto che sente il bisogno di rassicurare l'ospite sulla solidità dei legami transatlantici: «Come accade anche fra amici, vi sono stati problemi su specifici aspetti della collaborazione transatlantica. Siamo impegnati affinché siano superati», spiega Ciampi: «Non intaccano nè potranno intaccare la ineguagliabile solidarietà fra Europa ed America. Mantenere la coesione atlantica è un dovere e una necessità». Dopodomani il capo dello stato, che ha anticipato il suo rientro in Italia per partecipare ai funerali delle vittime di Nassiriya, vedrà il segretario generale dell'Onu Kofi Annan. Per fare il punto sul ruolo che l'Onu svolgerà nei prossimi mesi nella crisi iracheni. «Siamo impegnati nella lotta contro il terrorismo e non vogliamo lasciare a metà la missione», ha ribadito il ministro degli esteri italiano Franco Frattini, che ha aggiunto: «La presenza italiana è ormai posta nella cornice della risoluzione 1511 delle Nazioni Unite e in questo ambito intendiamo andare avanti».

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