Intravaia, i presagi della moglie «Adesso non voglio più vivere»

Ci eravamo sentiti ieri sera al telefono, era tranquillo: fra tre giorni sarebbe tornato a casa. Che ci faccio qui senza mio marito? Non voglio più vivere». L'ha detto affranta dal dolore tra le lacrime, Liliana Messina, 38 anni, moglie di Salvatore Intravaia (foto). La donna è casalinga, madre di due figli (Marco e Alessia, di 16 e 12 anni), con i quali vive in una piccola villetta nelle campagne tra Monreale e Pioppo. Il carabiniere scomparso ha due fratelli, uno è un gemello (Marco) e due sorelle. Caputo ha detto che «il militare tra tre giorni avrebbe finito il suo servizio in Iraq». L'appuntato era trasmettitore e prima di partire per la missione lavorava al Comando regionale dei carabinieri. La notizia ufficiale della morte dell'appuntato Intravaia è stata data alla famiglia dal generale comandante della regione militare dei carabinieri Domenico Miglio e dal comandante provinciale dell'Arma, colonnello Riccardo Amato e dal comandante del gruppo carabineri di Monreale colonnello, Maurizio Stefanizzi. Bionda, minuta, senza più lacrime da piangere, la donna si dispera e ripete: «Doveva tornare sabato, doveva tornare sabato...». «Glielo avevamo detto tutti di non partire, la moglie non voleva anche perchè il figlio era stato male. Ma lui aveva dei colleghi suoi amici che sarebbero andati e disse "parto ma è l'ultima voltà». È il ricordo di Mimmo Intravia fatto dalla zia Maria Intravia. «Era un bun ragazzo - aggiunge - Si era diplomato e poi si era subito arruolato nell'Arma. Economicamente non stava male, e tutti i suoi pensieri erano per la famiglia».