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Bush, onore al sacrificio dei caduti

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Washington accelera i tempi per il trasferimento dei poteri nelle mani degli iracheni

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Il presidente americano, attraverso il suo portavoce, Scott McClellan, ha voluto rendere omaggio «al sacrificio dei soldati italiani», insistendo sul fatto che «i terroristi continuano ad attaccare il popolo iracheno e coloro che aiutano il popolo iracheno a costruire una società libera e democratica». Dal canto suo, il segretario di stato americano Colin Powell ha inviato un messaggio a Frattini in cui chiede di «restare uniti e non facciamoci deviare dall'impegno in Iraq». Dal Pentagono poche, ma significative parole: «Sono morti per una giusta causa. Onoreremo la loro memoria completando la missione per il cui successo hanno sacrificato così tanto». Espressioni di dolore, nelle stesse ore in cui Bush ha deciso di accelerare i tempi per il trasferimento del potere agli iracheni, in modo da rispettare le scadenze della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu - la 1511 -, approvata all'unanimità nelle scorse settimane. In base alla risoluzione, entro il 15 dicembre prossimo il governo provvisorio iracheno deve infatti stilare un calendario per la messa a punto della futura Costituzione e per la tenuta di elezioni. L'idea di accelerare il trasferimento del potere, di cui si era già parlato di recente, è stata confermata ieri dall' amministratore provvisorio americano in Iraq, Paul Bremer, venuto a sorpresa a Washington, soltanto per qualche ora, per una serie di incontri alla Casa Bianca, uno dei quali con il presidente Bush. Nessun dettaglio, prima ne parlo in Iraq. Bremer ha scambiato qualche battuta con i giornalisti, dopo avere partecipato, ieri mattinata, ad un vero e proprio vertice alla Casa Bianca. Oltre a Bush c'erano il vicepresidente Dick Cheney, il segretario di Stato Colin Powell, il segretario alla Difesa Donald Rumsfeld (che ha leggermente ritardato il suo viaggio in Asia per parteciparvi), la Consigliere per la Sicurezza Nazionale Condoleezza Rice. Ma, in partenza per tornare a Baghdad come lui stesso ha confermato, il "proconsole" americano in Iraq non ha voluto dare dettagli sulle decisioni prese, che verranno innanzi tutto presentate agli esponenti del Consiglio di governo provvisorio iracheno, probabilmente già oggi. Bremer si è limitato a confermare che è sua intenzione chiedere, come auspica Bush, al Consiglio provvisorio di stilare un calendario per la messa a punto della futura nuova Costituzione dell'Iraq, oltre a un calendario per le elezioni. L'amministratore americano dell'Iraq ha tenuto ad aggiungere che Bush continua a conservare la propria fiducia nel governo provvisorio, e che nonostante le difficoltà quotidiane - «come l'attacco che i militari italiani hanno subito oggi nel sud del paese» - il trasferimento di sovranità agli iracheni sta dando risultati positivi. Uno dei messaggi che Bremer porterà agli iracheni è che l' inquilino della Casa Bianca «rimane determinato nel restituire agli iracheni il controllo del loro paese, sia dal punto di vista della sicurezza, sia per quanto riguarda i ministeri», ha spiegato l'ambasciatore americano. Una partenza precipitosa. Il viaggio lampo di Bremer a Washington - giunto martedì pomeriggio per una prima riunione alla Casa Bianca, ma senza Bush - aveva stupito gli osservatori, perchè l'amministratore americano aveva dovuto annullare, all' ultimo minuto, un incontro con il primo ministro polacco Leszek Miller. La Polonia è uno degli alleati degli Usa nella guerra in Iraq, e Miller si era recato in Iraq per visitare le truppe impegnate nella stabilizzazione del paese. Le voci si erano rincorse, e c'è chi aveva addirittura ipotizzate le dimissioni di Bremer, ritenuto contrario a cedere la sovranità troppo rapidamente, perchè il Consiglio provvisorio non sarebbe a suo avviso in grado di governare, profondamente diviso com'è, visto che le diverse etnie non fanno che litigare. Ieri Bremer - rispondendo a una doma

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