Scuola, via libera a 15mila nuove assunzioni Tremonti viene incontro alla richiesta della Moratti. L'ok arriverà dal Consiglio dei ministri di domani
Anche per reclamare le immissioni in ruolo dei precari, i sindacati di settore hanno portato in piazza la scorsa primavera, il 24 marzo, decine di migliaia di lavoratori. E nelle battaglie che gli insegnanti fuori ruolo, storici e sissini (quelli abilitati dalle scuole di specializzazione), hanno portato avanti per mesi, la richiesta di un riordino delle graduatorie ha sempre marciato di pari passo con quella del varo di un decreto per le immissioni in ruolo. «È inaccettabile e inspiegabile che non si facciano a fronte di oltre 100 mila posti vacanti»hanno ripetuto fino allo sfinimento Cgil, Cisl, Uil e Snals. La Moratti, già all'inizio dell'estate, a giugno, aveva assicurato di aver presentato al ministro dell'Economia la richiesta per l'assunzione di 21 mila unità e a settembre con la spazientita opposizione aveva parlato di «un'istruttoria in avanzata fase di definizione». Ma soltanto ora è arrivato il via libera di Tremonti. Non per 21.000 ma per 15.000 assunzioni. I sindacati hanno accolto con cauta soddisfazione la notizia che la questione sarà affrontata dal prossimo consiglio dei ministri. Come San Tommaso vogliono vedere per credere e, comunque, dopo due anni di proteste, manifestazioni, ricorsi al Tar e finanche denunce, ritengono insufficiente il pacchetto di nomine. «Si tratta di una goccia nel mare dei posti vacanti» ha commentato il leader della Cgil Enrico Panini secondo il quale di nomine ce ne vorrebbero 100.000 vista «l'enorme quantità di posti vacanti e la contemporanea cessazione di ogni esternalizzazione a privati dei servizi del personale tecnico, ausiliario e amministrativo della scuola». Per Daniela Colturani il provvedimento «non è sicuramente esaustivo delle effettive esigenze della scuola», pur rappresentando «una inversione di tendenza rispetto a una politica scolastica di tagli e di perdurante precarizzazione del lavoro nella scuola». E se lo Snals parla di «traguardo vicino», Massimo Di Menna, segretario generale della Uil scuola mostra prudenza: «Per essere certi bisogna aspettare la firma del decreto, per troppo tempo le legittime aspettative dei precari non hanno avuto i necessari riscontri». Intanto, un altro fronte di lotta rischia di aprirsi. La Gilda ha lanciato l'allarme licenziamento per 6.000 insegnanti, quelli dichiarati inidonei per motivi di salute e impiegati attualmente in mansioni diverse. Per loro la scorsa Finanziaria aveva stabilito la possibilità di essere utilizzati presso altre pubbliche amministrazioni, ma sembra che il ministero della Funzione pubblica abbia rifiutato ai docenti questo tipo di mobilità. Per Mario Mauro (Forza Italia) «il primo decreto attuativo della Riforma Moratti è praticamente legge dello Stato e gli altri decreti delegati sono ormai pronti. Questo governo sta puntualmente realizzando le proprie promesse elettorali, con un impegno sempre più forte nella scuola».