«Nel '94 il Cavaliere era il vero dominus»
Ed è in fondo attorno a questa, che al momento non può che essere considerata che un'ipotesi, che ruotano le accuse (falso in bilancio, frode fiscale e appropiazione indebita) mosse al premier nell'ambito dell'inchiesta sull'acquisto dei diritti cinematografici di Mediaset. Intanto si cercano i «soldi» della maxi appropriazione indebita contestata al leader di Forza Italia, ben 103 miliardi delle vecchie lire. Al momento si sa che quei soldi sarebbero stati prelevati in contanti in Svizzera, in diverse tranche, in un periodo di tempo di circa un anno e mezzo, dal banchiere ticinese Paolo Del Bue, che per questo è accusato di riclaggio nell'ambito della stessa inchiesta. Ma se, da quest'estate, i magistrati milanesi sono convinti che il destinatario finale di quegli importi fosse Berlusconi, allo stato gli investigatori non sono ancora riusciti a mettere le mani su depositi, conti o società, verosimilmente estere, dove quei soldi siano stati custoditi. E, se è vero che al momento non c'è traccia di un maxi-deposito, è anche vero, si fa osservare negli ambienti giudiziari, che nessuno, in mesi e mesi di indagine, ha mai fornito una giustificazione su quelle somme. Lo scenario acquista sempre più peso la rogatoria negli Usa sollecitata da tempo dai magistrati milanesi. Un passo indietro: secondo l'ipotesi dell'accusa le major americane avrebbero venduto i diritti televisivi non alla Fininvest direttamente ma a due società off shore riferite al gruppo di Segrate, la Century One e la Universal One, le quali li avrebbero rivenduti con una maggiorazione di prezzo a Mediaset che nel 1994, a quotazione in Borsa avvenuta, avrebbe ereditato il sistema operativo della Fininvest. Ed è da questa triangolazione che sarebbe stato possibile, sempre secondo l'accusa, accumulare all'estero un patrimonio in nero da 171 milioni di dollari, circa 250 miliardi delle vecchie lire. Se questo è il quadro ricomposto dalla procura di Milano, a questo punto diventa fondamentale raccogliere, negli Usa, le dichiarazioni di coloro che trattarono la vendita dei diritti televisivi. Sono almeno tre le risposte che dovranno dare: con chi hanno trattato, chi ha indicato loro le società terze, e come sono avvenuti i pagamenti. La data di questa trasferta non è stata ancora comunicata ai pm Alfredo Robledo e Fabio De Pasquale, ma il meccanismo è ormai in moto ed è ormai solo questione di tempo. Intanto si attende l'esito di alcune rogatorie fatte in altri paesi, a cominciare dalla Svizzera, dove la «caccia» al tesoretto da 103 miliardi è iniziata da tempo.