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Quel foglietto sparito

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Anzi, aveva fatto di più. Aveva preparato un appuntino, una nota di poche righe, qualche frase. Un paio di pensieri meditati, pesati con attenzione, «necessari» secondo il presidente della commissione Europea. Per il Professore era necessario intervenire in maniera chiara e spiegare che le posizioni dell'Europa non erano quella espressa da Silvio Berlusconi sulla Cecenia e neppure sulla libertà di stampa. Aveva pensato di farlo e si era anche preparato. Poi però ha riflettuto e si è reso conto, Prodi, che se l'avesse fatto avrebbe provocato davvero un incidente. Insomma, non s'è mai visto che il presidente della Commissione Europea redarguisce in pubblico non tanto il premier di un Paese membro dell'Ue quanto il presidente di turno dell'Ue. Davvero sarebbe stato un incidente fragoroso, per certi versi anche storico. Avrebbe cambiato, tra l'altro, i rapporti all'interno delle istituzioni continentali. Sarebbe stato un gesto poco compreso anche dai media e da alcuni governi nazionali che avrebbero ricondotto quello strappo ad una polemicuccia tutta italiana, all'eterno duello Prodi-Berlusconi. Ha pensato tutto questo l'ex premier italiano alleato di Bertinotti. E alla fine, per senso istituzionale, ha optato per la soluzione soft, morbida. Una nota di disappunto del portavoce, a cui è seguita la replica del portavoce di Palazzo Chigi. Uno scontro indiretto cominciato dai collaboratori del Professore di primo mattino. In via informale, come si una in questi casi, si fa sapere anche l'imbarazzo del Professore della sera prima, condita dai soliti particolari. Si va avanti per tutta la mattina e parte del pomeriggio a colpi di note, comunicati stampa e frasi dette tra i denti. In un continuo conflitto e soprattutto in una generale confusione. Non si capisce, infatti, fino a che punto Prodi parli come presidente della Commissione europea e dove inizia invece il suo ruolo di (possibile) futuro candidato premier. Dove c'è il presidente e dove c'è invece lo sfidante (di Berlusconi). A cui si aggiunge anche l'incontro all'aeroporto tra Prodi e il leader di un partito dell'opposizione Rutelli, che comunque è anche un eurodeputato. E tra uno snack e un caffè al Club Freccia Alata di Fiumicino esplode in tutta la sua evidenza l'Amba Aradam (un'espressione tra l'altro cara allo stesso Prodi che talvolta la ripete anche a Bruxelles tra l'incredulità dei suoi collaboratori non italiani) che è l'Ulivo, tra liste uniche e partiti aspiranti riformisti. Poi si scorge un po' di sereno solo ad inizio serata. Quando il Professore confessa che con Berlusconi «basterebbe un sorriso». F. D. O.

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