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«Porre la fiducia sulle riforme? Non esiste»

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Forza Italia, invece, è più morbida e conciliante con il Carroccio. Berlusconi cerca di porre un rimedio alle spinte autodistruttive che ritiene stiano seriamente danneggiando la Casa delle libertà. Aveva già rassicurato Bossi che le riforme si faranno, ieri ha avuto con lui un colloquio, ha parlato a lungo anche con Fini. Ed ha telefonato al presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, accusato e insultato dal Senatur per il voto segreto che ha fatto affondare la riforma di Castelli sulla giustizia minorile. Per il leader dell'Udc Marco Follini la richiesta di Bossi di andare avanti a colpi di fiducia non esiste. «Noi vogliamo le riforme», protesta, «non vogliamo i ricatti, non vogliamo gli insulti e nessuna forzatura avvicina le riforme». «La fiducia», spiega, «è uno strumento della politica del governo che va usata con parsimonia. Che ci siano provvedimenti del governo su cui si metta la fiducia fa parte delle regole del gioco. La fiducia sulle riforme fa parte di un altro gioco, che non è il nostro». Nemmeno il coordinatore di An Ignazio La Russa pensa che il voto di fiducia possa essere «la soluzione dei problemi interni della coalizione». Invece Forza Italia non esclude niente, anche nel tentativo di placare le ire di Bossi, più che mai preoccupato che i franchi tiratori possano affondare in parlamento anche la devolution, proprio come il tribunale dei minori. «Mi pare che non ci sia niente di strano se, su alcuni provvedimenti importanti, il governo pone la fiducia: il governo precedente, guidato dal centrosinistra, ha posto innumerevoli volte la fiducia», dichiara il portavoce di Forza Italia Sandro Bondi, seguendo a ruota le rassicurazioni già date da Berlusconia Bossi l'altro giorno sulle riforme. Ma quello che soprattutto Bondi si affanna a chiarire è che «non ci sarà nessuna crisi, nessuno ha mai parlato di crisi e nessuno ne parla». Secondo il ministro centrista Rocco Buttiglione, invece, il governo è ancora malato e deve essere curato. «C'era una raffreddore, è un po' peggiorato: ora c'è una lieve bronchite che, se presa in tempo, è superabile. Attenti però», ammonisce, «le bronchiti non curate possono degenerare». Qualsiasi sarà la terapia che Berlusconi sceglierà, domani la febbre del Senatur si sfogherà tutta nell'assemblea federale della Lega a Milano, alla quale chiederà il mandato di proseguire la battaglia dentro il governo. Niente paura però, qualsiasi cosa dirà al suo popolo, il capo di gabinetto di Bossi Francesco Speroni spiega che uscire ora dal governo sarebbe «un autogol privo di senso», e che «fiducia o non fiducia, l'importante è che le riforme si facciano».

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