di ANTONELLO SARNO NELLA giornata più calda di Giulio Andreotti, c'è anche lo spazio ...
Regista della pellicola sarà Pasquale Squitieri mentre a sceneggiare sarà chiamato il giornalista e senatore (FI) Lino Jannuzzi dal cui libro «Il processo del secolo» il film verrà tratto. A produrre la pellicola, un altro senatore (ex, del Ppi) nonché produttore di lungo corso come Vittorio Cecchi Gori il quale, malgrado i recenti guai con la giustizia, assicura che «il film non si trasformerà in un'operazione contro la magistratura, bensì sarà semplicemente una ricerca oggettiva della verità». O meglio, "delle verità" processuali. Verità che scottano, almeno secondo gli autori. «In Italia abbiamo assistito alla realizzazione di un piano destabilizzante che ha travolto un'intera classe politica - afferma Squitieri - Salvo Lima, proconsole andreottiano in Sicilia, viene ucciso dalla mafia nel febbraio del '92. Dopo pochi giorni, a Milano, con l'arresto di Mario Chiesa, inizia il ciclone di Tangentopoli con cui alcuni magistrati spazzano via due interi partiti, la Dc e il Psi, mentre il ministro dell'interno Scotti denuncia l'esistenza di un piano destabilizzatore. Un momento terribile dominato, a mio avviso, dagli interessi dei potentati economici internazionali. Con questo film io voglio capire il perché di tutto questo, il perché un magistrato inquirente può accusare un uomo come Andreotti di reati infamanti per ben dieci anni, prima di essere smentito dai suoi stessi colleghi in sede giudicante». Accuse basate sui pentiti di mafia che, polemizza Jannuzzi, «a tutt'oggi sono oltre 1000, senza però che nessuno di loro sia stato mai condannato per calunnia malgrado in molti casi si sia dimostrata la totale infondatezza delle loro accuse. Contro Andreotti, di 37 pentiti, non ne è stato creduto dalla Cassazione nemmeno uno, eppure non c'è traccia di un procedimento per calunnia contro nessuno di loro!».