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E la politica prepara il tackle scivolato

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I deputati non gradiscono la sentenza di ieri emessa dalla Cassazione per la quale intervenire a "gamba tesa" non è un normale fallo di gioco. Quindi, i calciatori sono avvertiti e da domenica prossima possono andare a giocare pensando di portare con se anche l'avvocato. Quello che incuriosisce di questa sentenza è che trova d'accordo parlamentari che hanno diverse impostazioni sulla giustizia, tranne l'onorevole Taormina. Ad esempio, il Verde Paolo Cento, Vicepresidente della Commssione giustizia della Camera dei deputati e presidente del Roma club di Montecitorio afferma con spirito garantista: «Credo che la Cassazione dovrebbe occuparsi di cose che riguardano la vita di milioni di cittadini e il loro rapporto con la giustizia invece di stabilire se entrare a gamba tesa è addirittura un reato. Sono quindi scioccato da una decisione del genere». Cento, però precisa che «bisognerà leggere le motivazioni della sentenza, ma io rimango convinto che il calcio deve avere una propria autonomia, anche giurisdizionale, e una gamba tesa non deve diventare addirittura l'occasione per dire che siamo in presenza di un reato». Il Presidente del Roma club di Montecitorio parla di «sentenza dirompente» e spiega che «il principio che deve essere rispettato è quello dell'autonomia del calcio rispetto alla giustizia ordinaria perché è evidente che se una gamba tesa diventa un reato, domani un fallo di mano può diventare un'interruzione di attività aperta al pubblico, di un pubblico esercizio e anche lo sgambetto può diventare un reato. Bisogna evitare questa commistione altrimenti non si gioca più a pallone». L'onorevole Carlo Taormina, stessa fede calcistica, ma di Forza Italia, critica gli arbitri e spiega che «quando si procurano lesioni gravi, queste rientrano nella previsione del Codice penale. Qui non vale la discriminante dell'esercizio di attività sportiva perché questa è annullata dal gesto del giocatore. Il fallo a gamba tesa ha carattere intenzionale va oltre la possibilità in cui operi l'esimente». Per Taormina questa «è una sentenza giusta, tenendo conto della quantità di incidenti che si verificano sui campi, a causa della scarsa vigilanza esercitata dagli arbitri. Ad esempio - prosegue - ci sono alcuni giocatori molto tartassati perché più dotati che sono dimenticati dagli arbitri, che seembrano essere più interessati al fuorigioco». Ugo Intini dello Sdi dice che «fino a ieri eravamo abituati a preoccuparci che la magistratura invadesse il terreno della politica, adesso ci dobbiamo preoccupare della possibilità che il giudice entri anche sul campo da gioco» e aggiunge «che è compito degli arbitri occuparsi di quello che accade sul campo da gioco». Giancarlo Pittelli, di Forza Italia, è convinto che «la giustizia penale non dovrebbe intervenire sulla giustizia sportiva. Può esserci un intervento della disciplinare, altrimenti lo sport è destinato a finire e poi non si possono devolvere alla cognizione della magistratura tutti questi casi. Secondo me la Cassazione ha sbagliato». Fischio di chiusura.

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