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SERVE un amministratore delegato all'Inps.

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Nella relazione, che sarà illustrata dal presidente della commissione Francesco Amoruso (An), si sottolinea l'esigenza distinguere politica gestionale e gestione pura e di verificare «se non sia da preferire un unico organo di direzione che ricordi la figura dell'amministratore delegato». In altre parole si propone di superare il sistema duale, con il comitato di indirizzo e vigilanza da un lato e il Cda dall'altro. «Ha mostrato tutti i suoi limiti: non sono chiari i confini tra i due organismo, serve una regolamentazione», spiega Amoruso. Tra le proposte, infatti, c'è quella di costituire un presidente e un direttore generale con funzioni di ad. Banca dati. Allarme per l'ente perché «non dispone di una adeguata banca dati per la ricostruzione delle carriere e dei percorsi contributivi degli iscritti ai fini della erogazioen delle prestazione». Si chiede rimediare costituendo un'unica banca dati con gli altri enti. No cartolarizzazione. «Un giudizio negativo è stato espresso anche sulla scelta effettuata dall'Insps e dall'Inail di affidare a società di cartolarizzazione esterne la gestione dei crediti: il costo di tale operazione non trova beneficio». Avvocatura unica. Viene chiesto di unificare i vari servizi anche se si ricorda che precedenti esprimenti non hanno dato grandfi risultati. Immobili in vendita. «I rappresentanti dei Civ hanno espresso un giudizio negativo sull'attività di cartolarizzazione dei singoli enti, considerata eccessivamente onerosa sopreattutto in alcuni casi, come quello dell'Inail». Casse. Un'invito a incentivare la totalizzazione (il cumulo figurativo e gratuito nelle diverse gestioni) e l'eliminazione della doppia tassazione a carico delle casse. Si ricorda l'allarme deficit soprattutto nel medio-lungo periodo. Riforma. Pressante invito a considerare alcuni elementi come «l'allungamento della vita media dei cittadini; il migliore tenore di vita diffuso, pur con le sperequazioni territoriali ben note e, conseguentemente, con l'esigenza di ipotizzare strategie differenziate, anche territorialmente costruite, nel rispetto di una politica unitaria globale di tutela ma, insieme, anche con la capacità di articolazioni territoriali con interventi legislativi centrali e rinvii ad adattamenti sul territorio; la radicale modifica del mercato del lavoro che permette di raccogliere la problematica dei lavoratori "atipici" da un lato e, dall'altro, tutta l'articolazione dei cosiddetti "lavori nuovi" che spostano, o meglio, annullano il confine tra lavoro autonomo e lavoro subordinato». F. D. O.

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