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Finanziaria, si decide chi paga il conto

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La coperta è corta e qualche ministero dovrà pur fare sacrifici. Più soldi a Radio Radicale

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Nella riunione si deciderà come trovare i soldi. In pratica, si dovrebbe ricorrere a una riallocazione dei capitoli di spesa e questo significa che si decide quali fra i diversi ministeri interessati dovranno fare sacrifici. La modifiche approvate ieri pomeriggio (la seduta in commissione è proseguita poi anche in notturna) riguardano le cosiddette «pensioni d'oro», la «banda larga», l'emittenza locale e Radio Radicale. Per le pensioni d'oro è stata ampliata la «platea» di coloro che godendo di trattamenti molto elevati, dovranno cedere il 3% come contributo di solidarietà. La modifica, proposta dalla Lega, approvata dopo una mediazione, porta da 30 a 25 il coefficiente con il quale moltiplicare il trattamento minimo per arrivare al tetto di riferimento per il contributo. In pratica, se si prende a riferimento il 2003, il limite per pagare il contributo passa dai trattamenti di 205.097 euro annui a quelli di 170.914 euro. Con due emendamenti, uno del governo l'altro del senatore Nocco (FI), sono state approvate due modifiche che prevedono un aumento delle risorse per l'accesso veloce a internet (larga banda) e per le emittenti locali: salgono da 30 a 35 milioni le risorse per la banda larga e da 10 a 15 milioni i fondi per l'emittenza locale. Inoltre è stato deciso di dare più soldi a Radio Radicale: trasmette in convenzione i lavori parlamentari. Il contributo cresce di 3,5 milioni nei prossimi tre anni, rispetto agli originali 5 milioni l'anno. Tutti hanno votato a favore meno Verdi e Prc. A sostenere le modifiche più consistenti sono soprattutto An e Udc. In una dichiarazione congiunta i senatori Maurizio Eufemi (Udc) e Roberto Salerno (An), capigruppo dei loro partiti in commissione Bilancio, invitano il governo «ad affrontare i nodi irrisolti. La legge finanziaria non può essere il replay del decretone, né si può pensare di scaricare e risolvere tutti i problemi in assemblea». I due senatori citano quindi quali «punti qualificanti e imprescindibili» le «risorse per l'università e la ricerca, miglioramento del sistema dei servizi pubblici locali e contratti dei dipendenti pubblici». Tra le norme del decretone da rivedere in Finanziaria vi sarebbero anche l'aggiustamento sulla nuova Cassa depositi e prestiti spa, quello sull'incompatibilità per le fondazioni, i termini del concordato, le norme sui giochi elettronici. Quanto al decretone, che dopo l'approvazione al Senato è ora all'esame della Camera, il termine per la presentazione in commissione Bilancio degli emendamenti scade venerdì alle 12. I lavori della commissione riprenderanno nella mattinata di domani. Si prevede che il provvedimento giungerà in aula a Montecitorio lunedì 17 novembre. D. T.

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