Ma An insiste: necessaria una revisione
Il presidente del Consiglio già guarda oltre, alla fine della legislatura ma Fini e Follini attendono l'ormai vicina scadenza di gennaio. La fine della presidenza di turno dell'Unione europea, e il passaggio di boa della Finanziaria, per i due alleati indicano il momento della indispensabile verifica dell'esecutivo. «L'auspicio a continuare a governare il Paese con la stessa squadra fino al 2006 è assolutamente legittimo. Tuttavia, anche i motori più collaudati hanno bisogno di una revisione», dice il portavoce di An Mario Landolfi, aggiungendo però che il problema non è solo quello di cambiare i ministri. «Noi intendiamo partire, naturalmente, dal programma e non dall'organigramma», spiega Landolfi, «perch«è dal 2001 ad oggi sono accadute tante cose che non erano nè previste, nè prevedibili. E tutto questo richiede almeno un aggiornamento del programma». Sembra che Berlusconi sia contrario al rimpasto di governo anche per battere il record di durata dei governi sorpassando Prodi, tra pochi giorni, e quello guidato da Craxi, a maggio, i due più longevi esecutivi italiani. «Non siamo al Tour de France», commenta il coordinatore di An Ignazio La Russa, che paragona il premier a Giovanni Trapattoni: «È come l'allenatore della nazionale. Crede che la sua squadra sia la più forte e quindi non può mai dire che il terzino è scarso quando la squadra è in campo. Tuttavia qualche innesto...». Il partito di Follini sembra dividersi in due fronti. Quello più filoberlusconiano è rappresentato dal capogruppo al Senato Francesco D'Onofrio che dice: «Per grazia di Dio non faccio parte di quelli che scalpitano, sono impegnato sulle riforme istituzionali. Parli chi ha chiesto il rimpasto: Buttiglione, Bruno Tabacci...». E infatti Tabacci, presidente della commissione Attività produttive della Camera, torna a esprimere tutti i malumori dei centristi: «Il tema del rimpasto è giusto e deve essere chiesto con grande serietà. Riguarda la caratura delle persone che devono condurre la verifica. Non è un'invenzione e non ci dovrà essere solo qualche piccolo accorgimento...». Anche lui boccia l'idea del sorpasso rispetto alla durata del governo Prodi: «Si vuole fare politica con la statistica, e così non si va molto lontano...». Soddisfattissima dello stop di Berlusconi è invece la Lega. «Finalmente si è fatto sentire», si rallegra Roberto Calderoli, «è tornato a porre in primo piano gli obiettivi programmatici, quelli del 2001, e se ci saranno cambiamenti ha detto chiaro e tondo che sarà lui a farli e non chi ha soltanto voglia di poltrone». Calderoli spera che finalmente Berlusconi tornerà a fare il premier a tempo pieno. «Ce n'è veramente bisogno», sostiene, «fino ad allora vale, ed è valso, il proverbio nostrano "via ol gat, bala i rat", cioè quando il gatto è lontano i topi ballano». M. M.