L'ufficiale giudiziario obiettore per fede
Per questo motivo, ieri, il crocifisso dalle aule della scuola elementare «Antonio Silveri» di Ofena non è stato rimosso. Ad eccepire la questione sono stati il direttore dell'ufficio scolastico regionale Nino Santilli ed il dirigente dell'istituto comprensivo di Navelli (cui fa capo la scuola di Ofena) Angelo Recina. Il provvedimento è stato notificato ieri alle autorità scolastiche; lunedì scorso, invece, era stato notificato all'Avvocatura Stato che sta predisponendo il ricorso contro l'ordinanza. L'ufficiale giudiziario della Corte d'Appello dell'Aquila è arrivato ieri poco dopo le 13 nella sede dell'Istituto. Il ritardo è stato dovuto al rifiuto di un altro ufficiale giudiziario che, appellandosi alla propria coscienza cattolica, ha ritenuto di non poter eseguire la notifica. L'intera giornata di ieri è stata scandita dal rincorrersi spasmodico di notizie, spesso contrastanti fra loro. Il piccolo centro abruzzese si è svegliato ancora con i riflettori puntati. «Giù le mani dalla croce», è lo slogan scritto dalle mamme di Ofena su un lenzuolo bianco, esposto a tratti in piazza Enrico Berlinguer, dove sorge l'edificio scolastico che ospita 3 classi in tutto, per un totale di 20 alunni, tra materna ed elementare. «Se verrà tolto il crocifisso — hanno aggiunto le mamme — ritireremo i nostri figli dalla scuola per iscriverli altrove». Ieri mattina, prima che suonasse il campanello di entrata, alcuni bambini giocavano tra loro nel piazzale. Tra questi, anche uno dei due figli di Adel Smith, il presidente dell'Unione Musulmani d'Italia che ha chiesto ed ottenuto dal Tribunale il provvedimento d'urgenza per la rimozione del crocifisso. Sono due i bambini di Smith che frequentano la scuola di Ofena. A riprenderli, ieri, c'era la madre, una giovane ed esile donna. Un cappello le copriva interamente i capelli che si immaginano biondi, per via dei colori e dei tratti fini e delicati del volto. La donna ha preso per mano i due bimbi, intimoriti forse dalla presenza di tutte quelle persone che non hanno mai visto, i giornalisti giunti da tutti Italia, ed è andata via. E anche se finora i riflettori sono stati tutti puntati su Smith, è evidente che a sopportare il carico emotivo più pesante sono proprio i bambini. Quelli di Smith, ai quali il capogruppo di An alla Provincia di Milano Massimo Turci ha espresso piena solidarietà, e anche quelli di Ofena, inconsapevolmente raggiunti da una pubblicità improvvisa che non hanno mai desiderato. Nella mattinata di ieri è stato anche distribuito un volantino delle Forze Libanesi, acquisito poi da Polizia e Carabinieri, nel quale si esprime solidarietà alla popolazione Ofena. A dare notizia dell'interessamento delle Forze Libanesi alla vicenda di Ofena è stato Damiano D'Alessandro, che ha aperto il sito internet "www.crocifissofena.com", inondato da centinaia di e-mail, compresa una dal contenuto minatorio e che lo stesso D'Alessandro ha già segnalato alla Digos, firmata da un sedicente «Osama». E sempre in tema di minacce, purtroppo, si registra anche il grave episodio di cui è rimasta vittima la famiglia dell'avvocato Dario Visconti, il legale di Adel Smith. Un uomo, secondo quanto riferito dallo stesso Visconti che ha già denunciato il fatto ai Carabinieri, ha minacciato telefonicamente di morte la moglie. Sempre ieri il sottosegretario di Stato Nino Sospiri si è recato a Ofena per incontrare il sindaco Anna Rita Coletti. «Mi auguro che il crocifisso non venga rimosso — ha detto Sospiri — ma se questo dovesse accadere, mi recherò personalmente nella scuola a rimetterlo al suo posto».