Fiducia, sale la protesta degli esclusi
In attesa del voto di fiducia (forse l'aula si esprime già stamattina), restano comunque alcune frizioni nella maggioranza su argomenti come, ad esempio, il rincaro dei canoni per i balneari, oppure richieste precise come quelle dei ministri delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, e per l'Innovazione, Lucio Stanca, che ritengono che il capitolo Tecno-Tremonti debba rimanere «aperto» per accogliere anche il digitale. Molto critici intanto gli industriali, mentre al coro delle proteste si aggiungono anche i benzinai che confermano la «serrata» per il prossimo 6 novembre: il Tesoro fa sapere però che le loro richieste «troveranno spazio negli emendamenti alla legge finanziaria». Prosegue parallelamente l'esame della Finanziaria in commissione Bilancio al Senato, dove sono stati illustrati gli emendamenti ai primi articoli della manovra. E, per il momento, stando alle parole del ministro per le Politiche Agricole, Gianni Alemanno, l'iter della Finanziaria vera e propria non dovrebbe vedere una nuova richiesta di fiducia («credo che sulla finanziaria la fiducia sia meno necessaria»). È stata intanto depositata in Senato, dopo un richiamo in aula del Presidente del Senato, Marcello Pera, la relazione tecnica che accompagna il maxiemendamento al decretone. La relazione era stata chiesta a gran voce anche dall'opposizione, che riteneva necessario conoscere le quantificazioni del Governo in base alle modifiche apportate al decretone. Ovvero: visto che il decretone contiene i nove decimi di copertura della Finanziaria, prima di discutere di quest'ultima bisognava conoscere le nuove cifre. La relazione depositata però non ha soddisfatto in pieno la richiesta e, ad esempio, il diessino Enrico Morando ha lamentato che per quanto riguarda condono e immobili si dice genericamente che i due provvedimenti «si compensano». Il centrosinistra si prepara alla manifestazione anti-finanziaria il prossimo 9 novembre e il leader di Rifondazione, Fausto Bertinotti, dopo il vertice di ieri annuncia: «Abbiamo definito il percorso giusto per rivalutare il livello dell'opposizione». Ancora dubbiosi gli industriali: il presidente, Antonio D'Amato, afferma che la Tecno-Tremonti è un intervento «simbolico», mentre sui servizi pubblici locali «serve una drastica correzione di rotta». E il presidente di Telecom e Pirelli, Marco Tronchetti Provera aggiunge: «Quando si vedono certi provvedimenti che tagliano investimenti, come avvenuto nella Finanziaria - dice riferendosi alla ricerca - ci si preoccupa. Così si impoverisca il Paese».