«Basta con questa chiusura mentale»
Mi dispiace, ma non si può andare avanti con questa chiusura mentale, con questa continua espropriazione del Parlamento. No, mi dispiace. Ma darò battaglia». Battaglia? «Battaglia. Fino in fondo». E se non si cambia? «Ne trarrò le conseguenze». Teodoro Buontempo non ci sta. Il deputato di An, sempre più voce della base della destra, esplode di prima mattina. E avvisa i colleghi di partito, alla buvette della Camera, che «stavolta si è passato il segno». Il tema della rabbia è sempre lo stesso: la vendita delle case degli enti. Nel mirino c'è di nuovo il maxiemendamento (con fiducia, quindi non modificabile per ora) al decreto di accompagnamento della Finanziaria, che sarà votato oggi al Senato. Onorevole, che cosa è successo? «Che cosa è successo? Che cosa non è successo. È stata completamente cancellata una decisione del Parlamento divenuta legge a larghissima maggioranza». E cioè? Quale? «Dunque, è stato cancellato il comma 20 dell'articolo 3 della legge 410, modificato dalla Finanziaria 2002...». Va bene, veniamo al dunque, che cosa cambia per gli inquilini delle case degli Enti? «Sarò chiarissimo. Era stata approvata, su mia proposta, una modifica alla legge che consentiva agli inquilini degli Enti di acquistare le case in cui abitavano allo stesso prezzo di quando avevano risposto affermativamente all'offerta di vendita, invece che al prezzo corrente». E cioè? Esca dal linguaggio da legislatore... «Allora. Lei abita in una casa di un ente. La casa viene messa in vendita. Lei dice: me la compro. Poi passano quattro anni e gli enti, sa che cosa facevano?». No, dica pure. «Dicevano: be' ora il prezzo è cambiato, il mercato è cambiato. E chiedevano magari il doppio. Con il nostro emendamento era stata bocciata questa possibilità. Il prezzo era quello di quando aveva manifestato l'intenzione di comprare. Ora, con il maxiemendamento si torna alla situazione iniziale. Gli enti possono modificare il prezzo». E Buontempo che farà? «Darà battaglia». Questo è chiaro. Ma c'è la fiducia. Che cosa fa? Vota contro? «Un momento, calma. Per ora il voto di fiducia è al Senato, vedremo quando arriverà alla Camera». Anche i senatori speravano di fare qualche modifica. E invece si sono ritrovati a dire o sì o no. E lei? «Questa è una battaglia di An e di tutta la Casa delle Libertà. E An è il primo partito a Roma dove si vende la maggior parte degli appartamenti pubblici. Abbiamo fatto una battaglia anche con i manifesti per strada». Insomma, vuole dire che se non si cambia la prossima volta sarà cartolarizzata tutta la Casa delle Libertà? «Mi pare evidente». Senta Buontempo, è stato raggiunto un accordo di maggioranza. E al vertice c'era anche Fini. Come è stato possibile? «Non so. Non ne ho idea. Ma si può rimediare. Basta smetterla con questa chiusura mentale. Il Parlamento è il Parlamento e bisogna accettare l'idea che siamo eletti dal popolo». E se l'idea non verrà accettata? Farà i girotondi di destra con Storace? O farà la scissione? «Vediamo, e soprattutto dipende». Dipende da che cosa? «Dipende da quanto sarà modificabile la Finanziaria. Capisco che il decreto di accompagnamento non si può cambiare, ma la Finanziaria sì. Possiamo inserire lì quel principio». E se non si può modificare neanche la Finanziaria? «Di certo non farò finta di nulla. E la partita non è finita».