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An: «Ma noi pensiamo anche ai pensionati» La Cisl: «Condividiamo»

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Publio Fiori (An), vicepresidente della Camera, spiega così la battaglia sua e di tutta An per agganciare la previdenza alle retribuzioni, presentata ieri al Senato. «Per il nostro gruppo - spiega il presidente dei senatori della destra, Domenico Nania - si tratta di una fondamentale questione di principio: An pone il problema dei pensionati, che non vanno visti come un "vuoto a perdere" e devono tornare al centro della questione sociale del Paese». Il presidente della commissione Finanze del Senato, Riccardo Pedrizzi, entra invece nel merito della proposta e spiega come l'emendamento di An «viene presentato senza la relativa copertura finanziaria, perché mira ad affermare il principio che nelle contrattazioni per i miglioramenti salariali si dovrà mettere all'ordine del giorno anche la condizione dei pensionati». Una condizione che «sta particolarmente a cuore ad An, che oggi la pone con forza agli altri alleati», osserva il vicepresidente della Camera Publio Fiori. «Se aumentano i salari - rileva Fiori - devono aumentare anche i trattamenti pensionistici». Gli esponenti del partito di Fini ricordano come pensioni e salari erano agganciati a livello di trattativa fino alla riforma Amato del 1992. «Riproporre questo schema - sostiene ancora Fiori - risponde ad un problema di giustizia costituzionale e sociale, per far sì che milioni di pensionati possano avere un'esistenza dignitosa. In venti anni le pensioni hanno perso quasi tutto il loro potere d'acquisto, e questo è immorale». Immorale, sottolinea Fiori. La destra vuole andare avanti, con maggiore convinzione. Nel corso dell'esame della scorsa Finanziaria la proposta ottenne l'ok soprattutto dell'opposizione e venne battuta per appena 27 voti. Stavolta c'è tutta An che si batte per «una questione innanzitutto etica». Per il vicepresidente della Camera «spetterà alla singola contrattazione determinare la percentuale di adeguamento delle pensioni rispetto ai salari». La Cisl condivide la proposta che definisce «buona e del tutto condivisibile», dichiara il segretario confederale, Cesare Regenzi. «Però fa a pugni con le decisioni del governo di tagliare la spesa previdenziale. È l'ennesimo segno - avverte - dello sbandamento in atto nella compagine governativa, è la conferma che per uscire dal ginepraio assistenziale-previdenziale non servono improvvisazioni, esasperazioni, colpi di accetta ma raziocinio e ponderazione. Il tema previdenziale va manipolato con cura altrimenti si rischia di farlo esplodere in un crescente wagneriano di forzature politiche e lotte esasperate». F. D. O.

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