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LA CEI

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«Siamo convinti che il crocifisso esprima l'anima profonda del nostro Paese e quindi debba rimanere come un segno dell'identità della nostra nazione» dichiara il cardinale vicario di Roma e presidente della Cei, Camillo Ruini, che aggiunge: «La decisione ci ha sorpreso sia per il contenuto, sia per le ragioni addotte». Per il segretario della Cei, monsignor Giuseppe Betori, che ha accusato i giudici abruzzesi di aprire la strada ai fondamentalisti religiosi islamici, la croce è un simbolo «irrinunciabile» per il popolo italiano. La normativa a cui ha fatto riferimento monsignor Betori risale al 1923, non è mai stata abrogata, e fa obbligo di esporre il crocifisso in tutte le scuole e in tutti i tribunali. Quando la notizia della sentenza dell'Aquila si era diffusa l'altra sera, tra i pochi a rispondere a caldo ai giornalisti era stato il cardinale Ersilio Tonini, che aveva definito «offensiva» la decisione del tribunale. Ieri però la Conferenza episcopale italiana è intervenuta ai massimi livelli.

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