Braccio di ferro sulla manovra economica
Alla finanziaria che arriva oggi a Palazzo Madama in commissione Bilancio sono state presentate circa 2500 proposte di modifica, metà delle quali provenienti dai partiti della maggioranza. Quanto al maxi-decreto collegato alla Finanziaria, Berlusconi intende presentare in aula il maxi-emendamento martedì sera e votare la fiducia il giorno dopo. Anche in questo caso però bisogna fare i conti con gli alleati. Il relatore al maxi-decreto Ivo Tarolli (Udc) osserva che oggi dovranno sciogliersi i nodi aperti nel decretone e sempre oggi dovrà decidersi anche il metodo con il quale procedere, ovvero verificare se occorra il voto di fiducia. Quindi sottolinea che «la mediazione dovrà essere cercata su tutti i problemi aperti e si dovrà trovare una soluzione finale in cui tutti nella Cdl si ritrovino». «Bisognerà pure parlarne prima di mettere la fiducia», aggiunge dal canto suo sempre nell'Udc Bruno Tabacci chiarendo che la annunciata fiducia sul decretone collegato alla Finanziaria non dovrebbe essere data per automatica. «La fiducia si può mettere solo su un testo condiviso — spiega altrimenti si va incontro a molti rischi». Nella maggioranza c'è da sciogliere il nodo della privatizzazione della Cassa Depositi e Prestiti. La posta in palio tra FI e Lega da una parte e Alleanza Nazionale e centristi dall'altra è rappresentata dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti che chiede di sottrarre la vigilanza della nuova spa alla Banca d'Italia aumentando notevolmente i propri poteri. In difesa di Tremonti è intervenuto Bossi che ha pronunciato parole di fuoco contro il governatore Antonio Fazio «e i Faziosi che vogliono impedire una cosa utile per il Paese ma che non piace al giro romano di Bankitalia». Il leader del Carroccio ha indicato nel ministro dell'Economia «il difensore dei Comuni» perché la privatizzazione della Cassa depositi e prestiti e la riforma delle Fondazioni bancarie consentirebbe di rilanciare le privatizzazioni di Eni ed Enel senza disperdere la massa industriale di questi due colossi. An frena anche su altri articoli del decretone chiedendo un giro di vite sul condono edilizio anche al prezzo di una riduzione di un terzo del gettito previsto, e sulla vendita di beni culturali con la conferma della cancellazione della norma del silenzio-assenso da sottoporre alle Sovraintendenze. Infine l'Udc è contraria alla cessione degli alloggi della Difesa come annunciata da Tremonti.