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A OFENA: TENTATIVO DI AGGRESSIONE AD ADEL SMITH

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Sconcerto e indignazione aspettando l'ordinanza

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Nel pomeriggio di ieri un pensionato residente in un altro piccolo centro dell'aquilano si è recato nei pressi dell'abitazione di Smith. Aveva con sé una spranga di ferro. Sono volate parole grosse fino all'arrivo dei Carabinieri che hanno identificato il pensionato. Smith non ha sporto denuncia per l'accaduto. Nel frattempo va avanti l'ingranaggio legale messo in moto dal provvedimento d'urgenza del Tribunale civile dell'Aquila, che in nome del principio di laicità dello Stato ha ordinato la rimozione del simbolo cristiano dalle aule della scuola elementare di Ofena. Questa mattina l'avvocato Dario Visconti, che rappresenta Smith in giudizio, chiederà la copia conforme dell'ordinanza emessa dal giudice Mario Montanaro recante la formula esecutiva, per procedere alla notifica. A questo punto le autorità scolastiche dovranno dare corso al provvedimento. Qualora il dirigente non ottemperasse spontaneamente alla decisione del Tribunale, si avvierà la procedura di rimozione coatta. Le autorità scolastiche hanno comunque 10 giorni di tempo per opporsi; in questo caso la vicenda dovrà essere riesaminata. Un effetto tangibile, intanto, è già stato sortito: la piccola comunità di Ofena, 300 anime in tutto, è frastornata da tanto clamore. Molti abitanti sono indignati, qualcun altro sostiene che «Smith ha ragione»; la sensazione diffusa, comunque, è che l'improvvisa pubblicità non sia affatto gradita ai più. «Una decisione che colpisce e umilia la tradizione religiosa e culturale di questa comunità e dell'intera comunità nazionale — ha commentato il vescovo della diocesi di Valva e Sulmona, Giuseppe Di Falco, da cui Ofena dipende — non solo di estrazione cattolica». Il vescovo non commenta la decisione sotto il profilo squisitamente giuridico. «Nel rispetto convinto portato a quanti professano con sincerità fedi diverse — prosegue — ribadisco lo sconcerto e la sofferenza per l'offensiva intolleranza di taluni di loro, come accaduto nella comunità ofenese, nei confronti delle espressioni della nostra fede e per la mancanza di reciprocità di libertà di culto in alcuni loro paesi». Adel Smith, come egli stesso ha ribadito in più occasioni, è cittadino italiano. Ma, in attesa che la giustizia, come si dice, faccia il suo corso, alcuni abitanti di Ofena si stanno organizzando in proprio e propongono un sistema semplice e nello stesso tempo geniale, ideato dallo stesso Adel Smith. Se il crocifisso sarà tolto, dicono, utilizzeremo lo stesso espediente di Smith per far entrare a scuola simboli cattolici che difficilmente potranno essere allontanati. Adel Smith, dopo la rimozione del quadretto con la Sura 112 del Corano, aveva cucito simboli islamici sui grembiulini indossati dai suoi due bambini. Alla fine la ragionevolezza ha la meglio. «Probabilmente non lo faremo. Non ci piace utilizzare i nostri figli per una guerra di religione che non volevamo — dice qualcuno — o per ricomporre la confusione legislativa che ha consentito tutto questo».

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